La Nuova Sardegna

Sassari

Artieri, false speranze e stabilizzazione in forse

di Barbara Mastino
Artieri, false speranze e stabilizzazione in forse

Restano le incertezze nonostante lo stanziamento di 900mila euro Fondi a disposizione di Agris con la modifica di un articolo sul settore ippico

21 gennaio 2014
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OZIERI. Sembrava definitivamente conclusa alla fine dello scorso anno, appena tre settimane fa, la lunga vicenda degli artieri precari del settore ippico Agris, che dopo sette anni avevano finalmente ottenuto per legge il via libera alla stabilizzazione. La parola fine pareva essere stata messa nella seduta del consiglio regionale del 27 dicembre, nella quale era stato approvato quasi all’unanimità un articolo della legge 40, che emendava la “famosa” legge 25-2012 stabilendo uno stanziamento annuale di 900 mila euro per le assunzioni. Era bastato un semplice emendamento (proposto in forma orale dal consigliere di Sel Daniele Cocco) che aggiungesse poche parole al testo originario per ottenere il risultato da tempo atteso: ora la legge 25 del 2012 prevede esplicitamente «a decorrere dall’anno 2014 la spesa 900mila euro annui per la stabilizzazione dei profili professionali B1 specifici del comparto ippico e zoootecnico». Si era insomma formulato un testo più preciso e che prevedeva la stabilizzazione dal 1° gennaio scorso. Ma non è ancora accaduto niente, e se pure non ci si poteva aspettare la firma del contratto a tempo di record, visti i tempi biblici della burocrazia, le notizie che da più parti giungono alle orecchie dei tredici precari sono di giorno in giorno sempre più contraddittorie, e molte sono di segno negativo. Dal Dipartimento Incremento Ippico, come gli stessi artieri raccontano, sin dal giorno stesso della seduta che aveva approvato l’emendamento erano giunte parole di congratulazioni ma anche di “esultanza”, anche perché, oltre al compiacimento umano per la fine di una lunga vicenda gli altri operatori non potevano che essere lieti del fatto di poter avere a disposizione nuove forze per gestire un comparto la cui pianta organica (che piaccia o meno e venga compreso o meno dagli altri settori di Agris) è fortemente sottodimensionata. Ma con il passare dei giorni, e con il perdurare dell’assenza di notizie, l’iniziale entusiasmo dei tredici artieri è andato via via scemando, e ora ci si chiede se l’approvazione dell’accuratissimo articolo 9 della legge 40 (pubblicato sul Buras del 30 dicembre 2013) basti per “convincere” finalmente Agris a formalizzare le assunzioni a tempo indeterminato. Forse occorrerà attendere il termine del contratto degli stagionali recentemente assunti per tre mesi, ma l’incertezza è tanta anche perché il rinnovo del consiglio regionale è alle porte, e con esso anche un prevedibile cambio della guardia ai vertici delle agenzie e degli enti controllati: tra i quali, appunto, Agris, i cui nuovi vertici potrebbero trovare il modo di ribaltare la situazione.

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