La Nuova Sardegna

Sassari

Vinyls, lavoratori all’ultima spiaggia

di Gavino Masia
Vinyls, lavoratori all’ultima spiaggia

Chiesto il prolungamento delle attività di pubblica utilità per lo svuotamento del Vcm. In prefettura assente la Regione

12 gennaio 2014
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PORTO TORRES. L’azienda in commissariamento straordinario della Vinyls ha richiesto alla Regione la proroga per ulteriori sei mesi all’utilizzo dei lavoratori di Vinyls in attività di pubblica utilità. Una richiesta presentata venerdì in Prefettura, davanti ai rappresentanti di enti locali, Arpas, Asl e comando provinciale dei vigili del fuoco. All’incontro non era presenta alcun rappresentante della Regione, quasi a conferma del disinteresse verso quei operai che sono usciti dal ciclo produttivo dopo anni di lavoro all’interno del petrolchimico. Lo scorso settembre era stato firmato un accordo per permettere agli operai Vinyls di avere un’integrazione al reddito, rispetto a quanto assicurato sinora dalla cassa integrazione straordinaria (pagata solo a dicembre, ndc), e consentire così il presidio dello stabilimento all'interno del quale sono ad oggi stoccate circa 420 tonnellate di Vcm, sostanza altamente pericolosa. «Nella riunione sono state poste in essere azioni per poter eliminare la potenziale fonte di rischio rappresentato dallo stoccaggio del Vcm – precisa l’assessore alle Attività produttive Davide Tellini –, ossia è stata predisposta una baia di carico per consentire lo svuotamento dell’impianto dal prodotto che verrà smaltito in un apposito centro della penisola». Rimangono poi da affrontare le altre tematiche di natura ambientale che riguardano la gestione delle acque reflue, quella dei terreni e della falda inquinata. «La società difficilmente avrà le capacità economiche per poter affrontare e risolvere il problema – aggiunge Tellini –, e già si stanno pensando soluzioni che vedano coinvolto il ministero dell'Ambiente, così come stabilito dalla normativa vigente, che ha certamente delle competenze all'interno dei Siti di interesse nazionali». Una volta smaltito il Vcm, comunque, il destino dei lavoratori sembra segnato: l‘azienda verrà messa in fallimento e il personale in mobilità, ecco perché i 90 operai chiedono un incontro alle direzioni di Matrìca e Varsalis. «Se ciò avvenisse, sarebbe una sconfitta non solo del territorio ma soprattutto dell’intera classe politica – sottolinea con amarezza l’assessore –, quella che sta davvero nella stanza dei bottoni e che, grazie alla finestra mediatica offerta dalla nuova forma di lotta operaia, ha fatto solo passerella sull’isola dell'Asinara e non è riuscita assolutamente a essere incisiva ed evitare che la produzione del Pvc emigrasse in altri stati europei». Un territorio che ha davvero dato tanto allo sviluppo della regione merita di avere la giusta attenzione, non solo durante le campagne elettorali ma soprattutto nei momenti di grave difficoltà.

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