La Nuova Sardegna

Sassari

L’umiltà di Enrico Mattei e la supponenza di Rovelli

L’umiltà di Enrico Mattei e la supponenza di Rovelli

Dai ricordi di un tecnico della Sir si staglia il confronto tra due personaggi che hanno sfiorato o attraversato la storia del Petrolchimico

10 gennaio 2014
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Ho raccontato, la settimana scorsa, dell’improvvisa apparizione di Enrico Mattei, ottobre 1962, sul molo di Porto Torres e della sua “profezia” sull’area dove in effetti sarebbe sorta la Sir. Il mio amico Tore Sanna, lunga esperienza di tecnico e di sindacalista nella Sir turritana, mi scrive che in effetti quell’immagine di Mattei è fedelissima all’idea che di lui «mi sono fatta quando nel 1982 ho iniziato a frequentare San Donato Milanese. La sua umiltà era senza uguali, mi diceva il rag. Romboli, arrivato in Aniccome capo dell’Ufficio budget. Mi raccontava che un sabato mattina, alle 8 e un quarto, lo vide arrivare nel suo ufficio e sedersi di fronte a lui e chiedergli spiegazioni e dettagli del piano triennale per una certa linea di produzione. L’aspetto migliore di quest’uomo, sottolineava Romboli, è che non si era presentato facendo pesare il suo ruolo e il suo nome, cosa che invece faceva Rovelli in Sir, ma suggerendo che era meglio rivedere quel piano per non danneggiare ciò che l’Eni in quel momento rappresentava per l’Italia».

«Quanto al giudizio negativo sui politici sardi d’allora, ricordo che in un tg Rai della Sardegna il presidente della Regione Corrias raccontò che, identificato il settore petrolchimico come quello sul quale si doveva investire, ci si era rivolti all’Eni, ma l’azienda di stato rifiutò l’invito, preferendo Gela e la Sicilia come suo centro nel Meridione. Tieni presente che gli stabilimenti di Gela e Porto Torres sono nati quasi contemporaneamente, ed io azzardo che questa scelta sia legata alla scoperta del petrolio a Gela, che permetteva a Mattei d’esaltare l’immagine mediatica dei suoi progetti, anche se quel petrolio era poco e di pessima qualità».

«In quella intervista lo stesso Corrias precisava che allora cercarono altre strade e Rovelli, presentato da Siglienti, apparve come un imprenditore credibile. In un suo libro di Sandro Ruju sulla petrolchimica, il dottor Luigi Ciabatti, direttore storico del Petrolchimico nell’epoca rovelliana, afferma che l’Imi aveva ritenuto la Sir una società affidabile perché tempo prima aveva finanziato alcuni investimenti di questa azienda per gli stabilimenti brianzoli, ottenendo i rimborsi in tempi certi e rapidi».

Ringrazio Tore Sanna per la testimonianza, che va ad aggiungersi alle altre centinaia che si possono trovare nelle pagine di Sandro Ruju, documentatissime e intelligenti.

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