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OSILO . “Il più grande ‘intillimanologo’ del pianeta”, lo ha definito Max Berrù, fondatore e leader degli Inti Illimani. Aldo Brigaglia si schermisce e dice: «Casomai il più grande intillimaniaco»....
OSILO . “Il più grande ‘intillimanologo’ del pianeta”, lo ha definito Max Berrù, fondatore e leader degli Inti Illimani. Aldo Brigaglia si schermisce e dice: «Casomai il più grande intillimaniaco». Il rapporto fra il giornalista e pubblicitario sardo e il gruppo cileno nacque a Milano, nel settembre del 1973, al festival nazionale de “L’Unità”. «Una sera – racconta Brigaglia – sarà stato il 7 o l’8 settembre, ci fu un concerto di un gruppo di giovani cileni molto coreografici e trascinanti, con i loro ponchos rossi, i loro strumenti andini e le canzoni della Unidad Popular. Fu una folgorazione. Gli Inti Illimani, da quella sera, mi entrarono nel sangue. Avevo contratto l’intillimanìa». Era qualche giorno prima del golpe dell’11 settembre, e da allora, il gruppo fu costretto a vivere in esilio, portando nel mondo la voce libera del popolo cileno. Gli Inti Illimani stabilirono la loro residenza in Italia, e presero a frequentare la Sardegna, avendo sempre come guida Aldo Brigaglia, con cui instaurarono un rapporto di fraterna amicizia. L’intillimanìa si trasmette anche ad un gruppo di musicisti nuoresi che poi, con l’apporto di elementi provenienti da altre parti d’Italia e dall’estero, diventano i “Taifa”, una formazione che da allora porta in giro per il mondo la musica e la cultura latino-americana. (m.b.)