La Nuova Sardegna

Sassari

La candidatura di Ganau è ufficiale

di Luigi Soriga
La candidatura di Ganau è ufficiale

Presentate le disponibilità alla segreteria del Pd: ci sono anche Lotto, Meloni, Demontis, Orani e forse Manca

04 gennaio 2014
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SASSARI. Per farsi avanti c’è tempo fino a lunedì, ma i pezzi da novanta del Pd hanno già dato la propria disponibilità nella corsa per le regionali. Lo ha comunicato giovedì il coordinatore provinciale Giuseppe Lorenzoni ai segretari dei vari circoli del territorio.

E’ ufficialmente candidato il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, lo sono i due consiglieri uscenti Luigi Lotto e Valerio Meloni, per Gavino Manca, trattandosi del terzo mandato occorrerà una deroga, c’è il nome del sindaco di Ittiri Tonino Orani e a momenti potrebbe arrivare la lettera di Salvatore Demontis.

Si tratta per ora di disponibilità, che dovranno essere vagliate e ratificate entro l’11 gennaio dalla direzione provinciale e successivamente ratificate da quella regionale.

Il collegio di Sassari dovrà esprimere dodici nomi, metà dei quali, se verranno rispettati i buoni propositi, dovrebbero essere attinti dalle quota rosa. Se invece il partito vorrà indicare il minimo sindacale previsto dal regolamento, le donne potrebbero essere solo quattro. Il problema è che fino ad ora non c’è un solo nome che appartiene al genere femminile. Questo significa che da oggi sino a lunedì il Pd dovrà pescare dal cilindro una serie di candidate e lo farà presumibilmente dai centri più piccoli. Per ora l’unico nome che è circolato con insistenza è quello di Alessandra Giudici. I giochi non sono ancora chiusi a Porto Torres, mentre Alghero dovrebbe puntare su Enrico Daga.

Lo scenario a Sassari dunque è questo, e a livello di Provincia non dovrebbero verificarsi grosse sorprese. Nel senso che sarà difficile che possa scatenarsi una deriva giustizialista e possano scattare dei veti nei confronti dei candidati che hanno ricevuto un avviso di garanzia. Nella segreteria provinciale la componente soriana, cioè quella che nelle ultime riunioni si è dimostrata più radicale e incline alla presentazione di liste immacolate, è in minoranza. Quindi le candidature di Ganau, di Meloni, di Manca e della Giudici dovrebbero filare lisce. Lo stesso coordinatore Giuseppe Lorenzoni ha precisato che il riferimento resta sempre il regolamento del partito, che chiarisce espressamente che solo dopo una condanna definitiva non si ha più il diritto a presentare una propria candidatura.

Ma è una norma vecchia di qualche anno, scritta ben prima del passo indietro chiesto alla vincitrice delle primarie Francesca Barracciu. Aver posto la pregiudiziale della questione morale, o più precisamente dell’opportunità politica, ha sicuramente rappresentato un salto in avanti. Nei prossimi giorni e a livello regionale si vedrà quanto le anime del Pd siano disponibili ad arrivare ad una vera e propria resa dei conti: chiudere un occhio sulle grane giudiziarie piovute giù su molti amministratori, sancendo dunque la differenza tra la purezza del leader del Pd e quella delle truppe, oppure fare piazza pulita generale accettando solo esponenti senza macchia e senza peccato.

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