La Nuova Sardegna

Sassari

Armi chimiche siriane, si parla di nuovo della Sardegna

Armi chimiche siriane, si parla di nuovo della Sardegna

Non è ancora caduta l’ipotesi che il trasbordo su una nave Usa possa avvenire in un porto dell’isola

04 gennaio 2014
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SASSARI. Le armi chimiche della Siria potrebbero sbarcare in Sardegna. L’ipotesi, fatta nei giorni scorsi, non è ancora caduta del tutto.

Da Limassol (Cipro) arriva la notizia che annuncia il coinvolgimento della Cina nell’operazione. Una fregata lanciamissili cinese parteciperà alla scorta delle 700 tonnellate di armi chimiche siriane nel loro tragitto dal porto di Latakia a una base italiana. È in questo contesto che si ipotizza ancora un porto o una base della Sicilia o della Sardegna.

Nei giorni scorsi, per la Sardegna, si è parlato del possibile utilizzo del porto di Oristano e dei bunker di Santo Stefano nell’arcipelago della Maddalena.

Nel luogo prescelto, avverrà il trasbordo delle armi chimiche sul “Cape Ray”, un cargo militare Usa che non arriverebbe nel Mediterraneo prima di due settimane. Sul cargo, in alto mare,avverrà la distruzione.

La “Yangcheng”, la nave da guerra di Pechino, è già arrivata nel porto cipriota di Limassol.

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