La Nuova Sardegna

Sassari

Il Gesù della Brigata nasce in mezzo al fango

di Nadia Cossu
Il Gesù della Brigata nasce in mezzo al fango

I militari della Sassari hanno voluto rendere omaggio alle vittime dell’alluvione Il presepe è stato allestito nel cortile della caserma Gonzaga fuori dalla capanna

24 dicembre 2013
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SASSARI. La Natività, in questo presepe 2013 allestito nel suggestivo spazio esterno della caserma Gonzaga, sta fuori dalla capanna. Non ha un tetto sotto cui ripararsi, preferisce la provvisorietà. Così i militari della Brigata Sassari hanno voluto partecipare al dolore di tutte quelle persone che nell’alluvione dello scorso novembre hanno perso i propri cari e anche le case. Giuseppe, Maria e Gesu bambino stanno sotto una tenda e intorno a loro ci sono i simboli del dramma che ha colpito l’isola: un casco sporco di fango, a rappresentare il duro lavoro dei volontari che erano lì per aiutare la gente, c’è il numero 17, scolpito sopra: sono le vittime del ciclone. E poi i cartelli stradali, anche questi macchiati di fango, divelti dalla furia dell’acqua. «L’inferno di cui noi parliamo – ha detto il cappellano militare padre Mariano Asunis – è davvero soltanto quello dell’aldilà? Siamo sicuri che non sia anche qui, creato da di chi persegue interessi propri e favoritismi?». Sono parole di condanna, quelle di padre Asunis: «Il presepe di quest’anno vuole trasmettere un importante messaggio di unità. Quest’anno, più che mai, dobbiamo camminare insieme». E “Forza paris”, l’urlo dei sassarini, diventa una preghiera collettiva. Proprio perché solo stando uniti si possono vincere le battaglie della vita. Parla poi della Brigata Sassari: «I nostri soldati sono stati chiamati a compiere un lavoro importante, il loro sostegno alle popolazioni colpite dall’alluvione è stato notevole». Proprio come veri angeli. E ricorre ancora una volta alla metafora: «Occorre eliminare un po’ di fango che non tanto la natura ha portato, quanto gli stessi uomini». Sono parole che arrivano dritte al cuore, che impongono un esame di coscienza e una riflessione in un momento così complicato per la nostra terra che lentamente cerca di risollevarsi.

Intanto, a poco più di un mese dall’alluvione, la Brigata Sassari traccia il bilancio: sono stati più di 14 mila i chilometri percorsi dai mezzi dei militari della Sassari nei giorni dell'alluvione, per un totale di 1050 ore a bordo delle macchine movimento terra. Seimila quintali tra cibo, coperte, beni di prima necessità sono stati trasportati tra i vari centri di raccolta o distribuiti porta a porta. Sono 500 i pasti caldi consegnati alla popolazione. Ma i militari hanno anche rimosso rifiuti e detriti sparsi per la città di Olbia: ne sono stati conferiti in discarica 4800 metri cubi. Sono stati poi svuotati dall’acqua (circa seimila metri cubi) diversi magazzini, cantine, depositi e scuole.

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