La Nuova Sardegna

Sassari

Bancali, detenuto ferito trasferito in ospedale

di Vincenzo Garofalo
Bancali, detenuto ferito trasferito in ospedale

L’extracomunitario si è procurato una grave lesione al braccio con una lametta Nella struttura non è stato ancora attivato dall’Asl il Punto di primo intervento

28 ottobre 2013
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Manca il punto di primo intervento nel nuovo carcere di Bancali, così succede che se un detenuto si ferisce con una lametta deve essere traportato in ospedale. Si tratta di un carcerato extracomunitario - tra l’altro pare non nuovo ad azioni di autolesionismo - che è stato trasferito d’urgenza dalla nuova struttura carceraria al pronto soccorso dell’ospedale “Santissima Annunziata” dopo essersi procurato un profondo taglio a un braccio con una lametta. L’uomo è stato inizialmente soccorso dal medico di turno nella struttura penitenziaria, ma l’intervento non è stato sufficiente. Per non far correre rischi al detenuto è stato chiamato il 118 per il trasporto d’urgenza al pronto soccorso - con tanto di agenti di scorta - dove l’extracomunitario ha potuto ricevere le cure necessarie.

Sull’episodio è intervenuto il vicepresidente del consiglio comunale di Sassari, Giovanni Fadda, che ha presentato un’interrogazione al sindaco chiedendo di fare le dovute pressioni presso il provveditore dell’amministrazione penitenziaria sarda e presso il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, «affinché si dia immediata attuazione anche a Sassari del decreto legislativo 140/2011 di riforma della medicina penitenziaria sarda, imponendo l'applicazione di linee guida regionali conformi al territorio nazionale». Le norme impongono la creazione del Ppi (Punto di primo intervento) attivo 24 ore su 24 ,laddove si superasse il numero di 200 detenuti, associato a un servizio di medicina generale diurno con medici per l'assistenza primaria. «Nonostante il nuovo carcere di Sassari ospiti 302 detenuti fra alta sorveglianza e comuni, non dispone né di servizio di emergenza né di personale formato all'emergenza», spiega il coordinatore provinciale di Unidos. «Lasciamo immaginare quale pericolo sociale si crea nel trasportare detenuti in regime di 41 bis fuori dalla struttura e quanto, gli stessi detenuti, presa coscienza della carenza, utilizzeranno la simulazione per poter comunicare con l'esterno». Attualmente nella nuova struttura di Bancali la sorveglianza sanitaria ai detenuti è garantita dalla presenza di 9 medici di assistenza generale e 15 infermieri che si alternano durante la giornata per coprire tutto l’arco delle 24 ore. Manca una struttura vera e propria specializzata per le emergenze che dovrebbe essere attuata dalla Asl con il Punto di primo intervento.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative