La Nuova Sardegna

Sassari

il caso

Aprì la porta a chi la violentò non ha diritto al risarcimento

SASSARI. Non aprite mai la porta agli sconosciuti, coi tempi che corrono potreste avere brutte sorprese e non solo per la presenza di qualche malintenzionato. L’ultimo sfregio nei confronti di una...

18 ottobre 2013
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Non aprite mai la porta agli sconosciuti, coi tempi che corrono potreste avere brutte sorprese e non solo per la presenza di qualche malintenzionato. L’ultimo sfregio nei confronti di una donna sassarese di 80 anni, violentata sei anni fa da uno sconosciuto che si infilò nel suo appartamento e le usò violenza, arriva dallo Stato al quale la donna si era rivolta per chiedere un risarcimento che l’imputato, essendo nullatenente, non le aveva versato. «Ha aperto a uno sconosciuto e per questo ha un concorso di colpa per quello che è accaduto» ha risposto l’Avvocatura dello Stato, dichiarando inammissibile la richiesta della pensionata sassarese.

I legali dell’anziana, gli avvocati Pierluigi Olivieri e Marcello Masia, avevano citato in giudizio la presidenza del Consiglio dei ministri, nella persona dell’Avvocatura. E lo avevano fatto in virtù di una direttiva europea che assegna un indennizzo a chi ha subìto un crimine violento, ma non è stato risarcito dal colpevole. Aver aperto la porta e fatto entrare in casa il giovane che la violentò e prima di scappare la costrinse a mettere in lavatrice le lenzuola con le tracce di quel crimine disgustoso, è ritenuto però un concorso di colpa e dunque un motivo valido per non aver diritto a un risarcimento. Per l’Avvocatura, in realtà, la donna non avrebbe titolo ad avanzare la richiesta anche per altri motivi. Questi più sensati del concorso di colpa per aver aperto a uno sconosciuto. La direttiva europea, secondo la Presidenza dei Ministri, sarebbe rivolta solo a chi è vittima di reati commessi fuori dai confini nazionali. E neanche il reato di violenza sessuale non sarebbe contemplato tra quelli previsti dalla direttiva europea, applicabile invece alle vittime di terrorismo, criminalità organizzata, estorsione e usura. La decisione finale spetta comunque al giudice Gabriella Dessì del tribunale di Cagliari che emetterà una sentenza i prossimi mesi. La brutale aggressione si era verificata nel 2007 in un’abitazione del quartiere di Monte Rosello. Il violenttore era riuscito a farsi aprire la porta dalla vittima. Poi una volta dentro casa l’aveva stuprata.

Al processo, l’imputato era stato giudicato semi infermo di mente e condannato, col rito abbreviato, a quattro anni per violenza sessuale aggravata, violazione di domicilio e violenza privata. Verdetto poi diventato definitivo. Dopo un periodo di detenzione in carcere, era stato mandato in una casa di cura per malati mentali. Ora è libero. Il giudice lo aveva condannato anche a versare 30mila euro alla donna, solo come risarcimento provvisionale. Soldi che lei non ha mai visto. Avrebbe potuto provare con una causa civile, ma non sarebbe servito a nulla visto che l’imputato non ha alcuna proprietà. Ha chiesto allo Stato, ma la risposta è stata imbarazzante. (l.f.)

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative