La Nuova Sardegna

Sassari

Ztl, commercianti di nuovo al Tar

di Vincenzo Garofalo
Ztl, commercianti di nuovo al Tar

Secondo ricorso alla giustizia amministrativa dei negozianti del centro storico, contrari alla zona a traffico limitato

15 agosto 2013
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SASSARI. Nuovo ricorso al Tar dei commercianti del centro storico di Sassari contro l’istituzione della Ztl, la Zona a traffico limitato.

Dopo un primo ricorso presentato all’inizio dell’anno e sottoscritto da 154 fra commercianti e residenti del cuore della città, adesso in 91 hanno depositato al Tribunale amministrativo della Sardegna una nuova istanza con la quale chiedono che i giudici annullino le delibere della giunta con cui è stata perimetrata la zona della città a traffico limitato e sono stati decisi gli orari in cui questi confini possono essere varcati anche dalle auto, senza il pericolo di incorrere in multe salate.

Questo secondo ricorso, spiegano i firmatari, si è reso necessario perché dopo la presentazione del primo reclamo al Tar, la giunta guidata dal sindaco Gianfranco Ganau ha emanato delle successive delibere con cui sono stati perfezionate le regole di accesso alla “zona blu”. Regole che i commercianti non sono disposti ad accettare passivamente. Già in passato (la Ztl è entrata in vigore un anno e mezzo fa) la maggior parte dei negozianti e una fetta di residenti nel centro storico trasformato in area blu avevano manifestato il loro dissenso ed erano addirittura scesi in strada, occupando la piazza del Comune, per chiedere alla giunta di fare un passo indietro e accogliere alcune loro proposte.

Una protesta servita a poco, visto che da Palazzo Ducale, l’esecutivo è andato dritto per la sua strada, concedendo l’accesso alla Ztl solo in due brevi fasce orarie, una di mattino (dalle 9 alle 10, 30, e una la sera dalle 19 alle 24).

Adesso dai commercianti sempre più consumati dalla crisi economica parte un nuovo attacco contro una Ztl mai amata. «Il Comune non ha voluto sentire le nostre ragioni», spiega Adelisa Diana dello storico negozio di tessuti in via Brigata Sassari.

«Noi non siamo contrari del tutto alla Ztl. Siamo contrari a questa Ztl così come ci è stata imposta dalla giunta. Abbiamo chiesto di favorire l’arrivo delle auto al centro, invertendo per esempio il senso di marcia di viale Italia, che ora è inspiegabilmente in uscita da Sassari. Ci è stato risposto che andrebbero girati tutti i semafori, e che questa operazione non si può fare. Vi sembra una risposta sensata?», continua. «In un momento di crisi economica come quello che il commercio e tutti stiamo attraversando, la Ztl è stata per noi un’ulteriore mazzata. Noi abbiamo perso una marea di clienti che arrivano dai centri dell’hinterland. Non essendo per nulla chiara la cartellonistica stradale che indica gli accessi alla Ztl, in molti si sono visti affibbiare multe altissime, e dopo essere rimasti scottati una volta non provano più neppure ad avvicinarsi al centro storico». Mille ragioni per contestare la Ztl arrivano anche da Irene Leoni, titolare del negozio di abbigliamento 7Avenue in via Turritana: «Questa Ztl è un disastro. Piuttosto sarebbe meglio istituire delle vere aree pedonali perché con questa Ztl non è vero che sono state tolte le auto dal centro storico. La Ztl tiene lontane solo le auto dei non residenti e dei potenziali clienti».

Anche per Maria Antonia Majore, del negozio di abbigliamento Fanari, sotto i portici di piazza Castello, la Ztl è nata nel modo e nel momento sbagliato: «La crisi c’era già e la Ztl non ha certo aiutato noi commercianti. Il flusso di clienti è sicuramente diminuito, e siamo rimasti amareggiati dal confronto con l’amministrazione comunale: è stato come sbattere contro un muro. Non hanno voluto sentire ragioni e sono andati dritti per la loro strada».

Anche nei bar del centro storico la Ztl suona come una iattura: «Con la crisi e la Ztl al centro c’è sempre meno gente. Anche le attività come la nostra ne hanno risentito», spiega Andrea Pinna, storico barista del Bar Torino, in via Brigata Sassari. «I negozi stanno chiudendo uno dopo l’altro, i commercianti hanno ragione a essere infuriati e chiedere modifiche alla Ztl».

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