La Nuova Sardegna

Sassari

Peste suina, a settembre incontro Regione-ministero per deroga

Peste suina, a settembre incontro Regione-ministero per deroga

Incontro fissato al 12 settembre, verrà chiesta la deroga per la’bbattimento dei suini non sieropositivi nel caso venga riscontrato un solo caso di latenza del virus

31 luglio 2013
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Il 12 settembre a mezzogiorno il presidente della Regione Ugo Cappellacci, l’assessore della Sanità Simona De Francisci e i sindaci di diversi comuni delle zone a rischio saranno a Roma, al ministero della Salute, per chiedere la deroga all’abbattimento dei capi suini non sieropositivi nel caso in cui venga riscontrato un solo caso di latenza del virus. La data è stata concordata oggi a Roma nel corso di un incontro tra il presidente della Regione, l’assessore e il ministro Beatrice Lorenzin. Attualmente, la norma prevede che al momento della regolarizzazione dei capi clandestini, nel caso in cui si riscontri un capo sieropositivo in zona di sorveglianza, tutti gli altri animali regolarizzati vengono comunque abbattuti. Un fatto che comporta un serio rischio di perdita del patrimonio suinicolo sardo ed è l’elemento che sta ostacolando la totale emersione del pascolo brado. Ecco perchè la Regione, dopo aver nuovamente ricevuto all’assessorato della Sanità i sindaci delle zone a rischio e aver spiegato loro l’intransigenza del ministero della Salute e della Commissione europea, incontrerà assieme a una delegazione delle comunità locali il ministro Lorenzin per ribadire la necessità di un intervento di modifica delle disposizioni comunitarie, anche in considerazione della peculiarità di questi territori e delle loro condizioni socio-economiche. «Dobbiamo fare fronte comune per eradicare la peste suina africana dopo quasi 40 anni - spiegano il presidente Cappellacci e l’assessore De Francisci - e una deroga da parte di ministero e Ue agevolerebbe enormemente il complesso percorso che la Regione ha intrapreso soprattutto negli ultimi anni. - «La lotta al pascolo brado che abbiamo intensificato da qualche mese - hanno detto ancora Cappellacci e De Francisci - deve andare di pari passo con misure incentivanti per quegli allevatori che decidono di intraprendere il percorso della regolarizzazione del proprio bestiame». Il prossimo vertice a Roma sarà anche l’occasione di ricordare i passi avanti compiuti dalla Sardegna relativamente al primo sblocco dell’export per le aziende suinicole sarde che lavorano carne non locale, e il via libera alla possibilità di regolarizzazione delle aziende in zone di sorveglianza, comprese la deroga alla macellazione e alla movimentazione, e alle macellazioni a domicilio per uso famiglia. Interventi che hanno interessato circa 3mila aziende suinicole sarde.

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