La Nuova Sardegna

Sassari

Vertenza Fiume Santo, riprendono gli scioperi

di Pinuccio Saba
Vertenza Fiume Santo, riprendono gli scioperi

Lunedì e martedì si potrebbe fermare la centrale della multinazionale E.On. Ad agosto potrebbero esserci problemi di approvvigionamento di combustibili

19 luglio 2013
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SASSARI. In realtà la decisione era stata assunta subito dopo l’incontro (inconcludente) che i rappresentanti sindacali avevano avuto con i vertici di E.On. Ieri Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil hanno ufficializzato lo sciopero che si terrà il 22 e 23 luglio, cioè lunedì e martedì prossimi. Ancora una volta si tratterà di uno sciopero “a scacchiera” che interesserà tutti i settori della termocentrale di Fiume Santo, dai gruppi 1 e 2 fermi da diverso tempo in seguito al susseguirsi di avarie che solo la settimana scorso avevano impedito il riavvio di uno degli impianti. Inoltre dal 24 luglio al 23 agosto tutto il personale si asterrà dalla prestazioni straordinarie «richieste al fine di dare copertura alle posizioni vacanti venutesi a determinare in ragioni delle azioni unilaterali» assunte dall’azienda. Lo “sciopero dello straordinario” potrebbe avere pesanti ripercussioni soprattutto nel settore delle manutenzioni, soprattutto quella “prestazioni in reperibilità” finalizzate al ripristino della funzionalità degli impianti di caricamento, trasporto, distribuzione e caricamento del carbone relative ai gruppi 3 e 4. Prestazioni, sottolineano le organizzazioni sindacali, che «saranno effettuate qualora fossero indispensabili per garantire la continuità del servizio elettrico dei gruppi 3 e 4 e qualora non fosse possibile alimentarli parzialmente o totalmente con olio combustibile».

Già lo sciopero della prossima settimana potrebbe avere ripercussioni sulla tenuta della rete di distribuzione, ma è molto probabile che venga dichiarata la incompatibilità delo sciopero che prevede la fermata alternata, dei gruppi 3 e 4. Il problema, infatti, è che non è possibile garantire il funzionamento dei gruppi 1 e 2, gruppi che dovrebbero affiancare la produzione degli altri due impianti ma che nelle ultime settimane hanno presentato più di un problema. Tanto che il gruppo 1, la scorsa settimana, in occasione dell’ultimo sciopero, il personale non era riuscito a riavviare l’impianto che avrebbe dovuto supportare il quarto gruppo di produzione.

Ssono stati nove, finora, gli scioperi indetti da Cgil. Cisl e Uil e ogni volta si è trattato di due o tre giornate di astensione dal lavoro. Una protesta che va avanti dallo scorso 22 febbraio e che ha visto gli operai della termocentrale arrivare fino a piazza San Pietro, a Roma, dove hanno incontrato Papa Francesco. Una protesta destinata ad acuirsi ulteriormente, vista le politica adottata dai vertici della multinazionale tedesca che non recedono dalle decisione di licenziare 120 persone.

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