La Nuova Sardegna

Sassari

Musica e colori in piazza: no a omofobia e razzismo

di Luca Fiori
Musica e colori in piazza: no a omofobia e razzismo

Sassari, migliaia di persone alla manifestazione “Diritti al Cuore”

10 giugno 2013
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SASSARI. Musica a tutto volume, le drag queen che ballano e tanti palloncini colorati per dire no a omofobia, razzismo e sessismo. Quando a metà pomeriggio, con un po' di ritardo, arriva in piazza Università il camioncino, con gli amplificatori e i colori dell'arcobaleno, che guiderà il corteo, il piazzale si trasforma in una piccola Rio de Janeiro e la quarta edizione di “Diritti al cuore” può finalmente iniziare. Dopo la sosta davanti all’ex questura il corteo prosegue per corso Angioy, svolta in via Amendola e all’altezza di piazza Marconi inizia il rientro verso il centro cittadino che regala ai manifestanti la passerella in viale Italia durante l'ora di punta dello shopping. In via Brigata Sassari si unisce al corteo anche il sindaco Ganau. L'assessore alla Cultura Dolores Lai era presente tra i manifestanti già dalla partenza, segno tangibile di vicinanza e partecipazione da parte dell'amministrazione comunale a una manifestazione - unica in Italia - che ha l'ambizione di diventare una tradizione per la città. Quando arriva ai piedi di Pasquale Tola, attraversando il centro storico, il corteo colorato e rumoroso si è ingrossato. In piazza Tola il serpentone occupa ogni metro quadro del nuovo salottino buono della città e all'imbrunire può partire la musica. Fino a notte fonda sul palco di “Diritti al cuore” si alternano i gruppi: Paletti, La Plonge, Slim Fit, Primochef del cosmo. Intervallati da una performance di Ferai Teatro e da un Drag show con protagoniste La Trave Nell'Okkio, Darla Fracci e Tremenda Cullen. Poi i nottambuli hanno poi proseguito con l'After Show al True Colors, in viale Umberto con il Queer Party. «”Diritti al cuore” rappresenta l'incontro dei tre principali movimenti di liberazione: omosessuale, femminista e antirazzista - ha detto Massimo Mele a nome del coordinamento -. La logica della manifestazione è di uscire dal concetto di diritti delle minoranze per entrare in quello più complesso di “diritti umani” o “diritti di cittadinanza”. Una cittadinanza oggi negata sia con il permesso di soggiorno che con la privazione di diritti essenziali, come la libertà di scegliere con chi trascorrere la propria vita o il diritto a non essere discriminati e offesi per il proprio orientamento sessuale o colore della pelle».

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