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Minacce a Boldrini sul web inchiesta della procura

Minacce a Boldrini sul web inchiesta della procura

Solidarietà da Idem, Camusso e Vendola. Grasso: nuove leggi per internet. Rodotà: nel mondo virtuale valgono stesse regole che per quello reale

04 maggio 2013
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di Cinzia Lucchelli

ROMA. La procura di Roma ha avviato un’inchiesta sulle minacce di morte e violenza rivolte a Laura Boldrini e sui fotomontaggi che la riguardano e che sono apparsi nei giorni scorsi su siti internet e social network. I reati contemplati sono quelli di minacce, diffamazione e violazione della privacy. Gli inquirenti lavorano per risalire agli autori dei messaggi e delle immagini offensivi, rimossi dalla Procura. Già a metà aprile una pagina Facebook associava la foto di una donna nuda, in spiaggia, al nome della Boldrini. Era un falso. Subito dopo la nomina a presidente della Camera si sono moltiplicate espressioni violente, come ha denunciato la diretta interessata in un’intervista su Repubblica.

Minacce di morte, stupro, torture, minacce a sfondo sessuale. Minacce via internet. «So bene che la questione del controllo del web è delicatissima. Non per questo non dobbiamo porcela», dice, legando i due temi, aggressione sessista e reati commessi attraverso internet : «Quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l’aggressione sessista», dice. E aggiunge: «La giustizia cammina lentamente al cospetto della rete, quando arriva la minaccia è già altrove, moltiplicata per mille». Invita, senza paura, a parlare di entrambe le questioni a viso aperto, cominciare a pensarci, discuterne. Le reazioni non si sono fatte attendere, istituzionali e meno, seguendo e mescolando i due filoni. Non sono mancate le parole di solidarietà. Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, le esprime via Twitter: «E' donna coraggiosa e denuncia umiliazione perenne delle donne sul web e nella vita quotidiana. Siamo con lei». Il ministro per le Pari opportunità Josefa Idem si dice «Sconcertata». Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, accomuna Laura Boldrini e Cecile Kyenge e parla di una «deriva» che si sta esercitando nei loro confronti come «espressione di un sessismo e di un razzismo indegno del nostro Paese».
Il tema dell'anarchia del web prende una sua strada e solleva un dibattito corposo, che si innerva in rete soprattutto attraverso i social network. Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, si rivolge alla presidente della Camera con un tweet: «Ho letto l'intervista su Repubblica, mi piacerebbe entrare nel merito e capire sua proposta contro anarchia del web grazie». Non è l'unica a interrogarsi sull’esistenza di un progetto concreto, una strategia: «In molti, qui su Twitter, vedono nelle parole di Laura Boldrini l’invito a fare una legge restrittiva sul web», cinguetta l’utente Mario Gottardi. «L’anarchia del web a mio avviso si chiama umanità, è dentro e fuori la rete. Non si capisce questa pretesa di armonia e mondo perfetto per il mondo digitale - commenta la Ciccone su Repubblica.it. - Le leggi che valgono nella vita fisica sono le stesse che valgono nella vita virtuale. Il punto è farle applicare, ma anche nella vita reale».

Il tema assume più forza quando viene ripreso dal presidente del Senato: «Vanno ideate leggi specifiche per il web perché sulla rete si commettono tanti reati - dice Piero Grasso - è necessaria una volontà internazionale per legiferare in materia». A cercare di fare ordine è Stefano Rodotà in un'intervista sull'Huffington Post: «Bene Boldrini e bene Grasso ad aprire la discussione sulla regolamentazione delle minacce via web. Ma prima di pensare a leggi speciali, bisognerebbe capire se la vasta legislazione penale che abbiamo non sia sufficiente». «Il web – sottolinea – non è un porto franco, chiunque è soggetto alle stesse regole che valgono nella realtà quotidiana». Lo dice anche un frequentatore di Twitter, Alessio Ricco: «Ma se la Boldrini avesse ricevuto minacce sull’autobus invece che sul web cosa sarebbe successo?». Mentre Gad Lerner coglie un altro punto: «Esiste la violenza del web? La denuncia di Laura Boldrini non può essere ignorata. Preoccupa la scarsa solidarietà, come se avesse esagerato». E infatti colpiscono nel coro dei commenti su Twitter i toni a tratti ironici quando non offensivi.

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