La Nuova Sardegna

Sassari

La riflessione

Don Ciotti: «I giovani hanno bisogno di verità»

di Anna Sanna
Don Ciotti: «I giovani hanno bisogno di verità»

SASSARI. «L’Italia ha bisogno di speranza, ma una speranza concreta con il volto degli interventi giusti sul lavoro, la casa, il sostegno alle famiglie, la scuola, i giovani. Dobbiamo chiedere alla...

25 aprile 2013
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «L’Italia ha bisogno di speranza, ma una speranza concreta con il volto degli interventi giusti sul lavoro, la casa, il sostegno alle famiglie, la scuola, i giovani. Dobbiamo chiedere alla politica di fare la sua parte, ma dobbiamo chiederlo anche a noi stessi». Per don Luigi Ciotti nel mondo di oggi la parola chiave è responsabilità: quella che rende ciascun individuo motore del cambiamento. Il sacerdote, fondatore del Gruppo Abele e impegnato in prima linea contro le mafie con l’associazione “Libera”, ieri è arrivato a Sassari per partecipare nel pomeriggio al convegno diocesano sul tema “Fede e carità”, al Teatro Smeraldo. In mattinata, invece, sempre allo Smeraldo, don Ciotti ha incontrato gli studenti coinvolti durante l’anno scolastico nel progetto formativo della Caritas Turritana. «I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento veri, coerenti e credibili – ci dice il sacerdote, mentre tanti giovani si avvicinano per scambiare due parole, fare una foto con lui - non cercano adulti perfetti ma che sappiano di autenticità e concretezza. Io ne incontro migliaia e quando gli offri delle opportunità concrete questi ragazzi sono meravigliosi. È una società che non può dividersi in giovani e adulti: dobbiamo creare una nuova forza generatrice, bisogna cercarsi non aspettarsi». Più generazioni unite per combattere quella malattia mortale che si chiama indifferenza: «Non si può essere cittadino a intermittenza a seconda dei momenti, non basta commuoversi quando avvengono dei fatti gravi – continua don Ciotti - dobbiamo unire le forze, dire dei no. No alla violenza, alla corruzione, alle varie forme di illegalità, alle mafie, alla droga. Ma trasformiamo questi no in Noi. C’è bisogno dell’impegno di tutti perché noi siamo il cambiamento». E i passi avanti contro l’illegalità e le mafie sono possibili: tanti ne sono stati fatti dalla nascita di “Libera” nel 1995, anche se la strada è ancora in salita: «Abbiamo dei sistemi legislativi che frenano e qui la volontà politica diventa fondamentale perché la lotta alla mafia non la si fa solo nei territori dove è presente ma la si fa soprattutto a Roma in parlamento – sottolinea don Ciotti - la legge sulla confisca dei beni per uso sociale è una legge voluta dal basso da “Libera”, l’apertura di cooperative di lavoro sui beni confiscati alle mafie che dà dignità a tante persone è un segno di grande cambiamento e positività». In tutta Italia e anche in Sardegna c’è una rete che si sta allargando, di presidi, scuole, associazioni gruppi impegnati a promuovere legalità e giustizia. «"Libera" non è solo contro le mafie, è contro le varie forme di illegalità, di corruzione. Più che un contro è un per che vuol dire il lavoro con le università, con le scuole, perché è la cultura che dà la sveglia alle coscienze – conclude il sacerdote - anche la Sardegna ha bisogno di tutto questo e qui abbiamo trovato della gente meravigliosa. Ogni volta che incontro le scuole sono io che imparo, che mi porto a casa la ricchezza delle loro domande. È davvero bello costruire insieme».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative