La Nuova Sardegna

Sassari

I soldi per il depuratore bloccati dalla burocrazia

I soldi per il depuratore bloccati dalla burocrazia

Necessaria una modifica al Puc per consentire la costruzione dei nuovi impianti ma la maggioranza non controlla più la commissione comunale all’Urbanistica

31 marzo 2013
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SASSARI. Ci sono due milioni di euro in attesa di essere spesi. Servirebbero a rendere più funzionale il vecchio depuratore di Truncu Reale e a risolvere buona parte dei problemi idrici della città.

Ma quei soldi da tempo sono fermi nel sistema ingarbugliato della burocrazia, che spesso si ostruisce o fa acqua da più parti peggio della rete idrica.

Due giorni fa la commissione Urbanistica ha cercato di sbloccare questo tappo. Il problema consiste in questo:l’impianto, sin dalla fase del suo concepimento, è sempre stato sottodimensionato rispetto alle esigenze del territorio.

Truncu Reale non serve solo Sassari, ma anche Stintino e Porto Torres, con tubature colabrodo dove la metà dell’acqua non arriva a destinazione. La portata è di 800 litri al secondo, ma non è sufficiente, occorrerebbe aumentarla in modo da evitare i cali di pressione nella rete e l’interruzione notturna del servizio. Ed ecco l’investimento di due milioni di euro che Abbanoa ha ottenuto dalla Regione.

Servirebbe a realizzare un’altra vasca chiarifloculatrice, utile a eliminare le impurità dell’acqua grezza. Questo macchinario aggiuntivo consentirebbe di aumentare notevolmente la quantità d’acqua immessa nella rete e soprattutto faciliterebbe i lavori di manutenzione.

Questi al momento sono impossibili perché l’impianto dovrebbe fermarsi: in pratica, senza potabilizzazione, i rubinetti di mezza provincia resterebbero a secco. Però per la costruzione del terzo chiarifloculatore c’è un intoppo: il terreno di proprietà di Abbanoa dove dovrebbe sorgere la struttura è classificato come agricolo. Questo perché l’attuale Puc non ha recepito una variante urbanistica adottata nel 2001 dalla giunta di Nanni Campus, che aveva trasformato la lettera E in G4 (ovvero area adibita a servizi).

Quindi attualmente in zona agricola non si può posare neanche un mattone. C’era anche una complicazione sul Pai (Piano di assetto idrogeologico), perché quella zona di Truncu Reale è catalogata a rischio inondazione, ma è stata risolta perché sono consentite le deroghe.

Ora alla commissione Urbanistica non resta che approvare la delibera con la quale modificare la destinazione d’uso del Piano urbanistico comunale e ripristinare la vecchia classificazione del Piano regolatore generale.

Il problema è che la maggioranza in commissione non ha più i numeri, perché il rapporto con la minoranza ora è di 5 a 8. Non sarà così facile far passare velocemente le pratiche. (lu.so.)

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