La Nuova Sardegna

Sassari

Non ci sono soldi, chiude il pronto soccorso animali

di Antonio Meloni
Non ci sono soldi, chiude il pronto soccorso animali

Sassari, il centro era nato da un accordo Asl-Veterinaria e serviva 66 comuni. Ora non si sa che fine faranno i “pazienti” ricoverati nei locali dell’Università

25 marzo 2013
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il pronto soccorso veterinario è al tracollo e il locale utilizzato per il ricovero degli animali è strapieno, così è stato sospeso il servizio medico che riguarda 66 comuni della provincia. È una vera e propria emergenza quella scattata nei giorni scorsi quando i gestori della struttura, che si trova nei locali del dipartimento di veterinaria dell’Università, hanno comunicato via sms ai medici della Asl reperibili che il servizio era stato disattivato.

Da adesso, quindi, chiunque abbia a che fare con un animale bisognoso di assistenza medica urgente, dovrà provvedere da sé. Una situazione assurda che non può durare, a maggior ragione se si considera il fatto che l’arrivo della bella stagione, con il fenomeno degli abbandoni, complicherà ulteriormente un problema già grave.

E dire che il servizio di pronto soccorso veterinario, esito di un recente accordo fra Asl e Università, funzionava a meraviglia. In caso di bisogno, il cittadino si rivolgeva al pronto soccorso che, volta per volta, verificate le condizioni dell’animale, dirottava la chiamata al taxi dog. Una squadra di veterinari, coordinati dal servizio dell’Asl diretto da Tonino Fadda, prestava servizio con turni di reperibilità di una settimana rispondendo alle chiamate 24 ore su 24. Accertata la gravità del caso, l’animale veniva soccorso e, all’occorrenza, ricoverato nella struttura universitaria. Dal 20 marzo tutto questo è fermo, ma la questione logistica rischia di essere un problema marginale di fronte alla realtà cruda della mancanza di soldi. La denuncia arriva direttamente dal presidente dell’Ordine dei veterinari del Nord Sardegna, Andrea Sarria, che sabato sera, a servizio già sospeso, allertato dai vigili del fuoco, è dovuto intervenire per liberare un cane intrappolato nelle campagne della Gruzzita. «Stiamo parlando di un servizio pubblico _ taglia corto Sarria _. Il problema doveva essere sollevato e discusso per tempo per evitare di arrivare all’emergenza».

Il pronto soccorso veterinario, ospitato nei locali del dipartimento universitario di via Vienna, è letteralmente zeppo e non si prevede se e quando il servizio possa essere ripristinato. Nella struttura si registra una media di 400 accessi l’anno, per la maggior parte cani e gatti, traumatizzati o comunque bisognosi di cure urgenti.

Da Palazzo Ducale il commento è laconico: «Al di là dello spazio _ spiega Monica Spanedda, assessore all’Ambiente _ il problema di fondo è che mancano i soldi per garantire la prosecuzione del servizio». Servizio per il quale il Comune eroga 730 mila euro l’anno a fronte di un contributo regionale di appena 70 mila euro: «Noi non possiamo fare di più _ prosegue l’assessore Spanedda _ mentre la Regione sta con le mani in mano e il problema, purtroppo, non riguarda solo il nostro Comune».

Tra patto di stabilità e cure dimagranti continue (l’ultimo taglio in ordine di tempo è di otto milioni di euro) i Comuni stanno cominciando a rimodulare gli impegni di spesa sui servizi essenziali e questo significa intervenire con mano pesante su settori vitali.

Intanto, malgrado la sospensione, i veterinari continuano a rispondere alle chiamate e a garantire, per la parte che riguarda loro, un servizio che non può essere interrotto. L’appello di Andrea Sarria, che si spera non rimanga inascoltato, è quello di ripristinare il prima possibile un servizio indispensabile.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative