La Nuova Sardegna

Sassari

Centrali a biomasse dissequestrate: nuraghi non a rischio

di Elena Laudante
Centrali a biomasse dissequestrate: nuraghi non a rischio

Il Riesame toglie i sigilli agli impianti di energia rinnovabile realizzati da società padovane a Tottubella e Campanedda

27 dicembre 2012
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SASSARI. I nuraghi sono a distanza “di sicurezza” dai silos installati per produrre energia dal mais e la procedura per il rilascio dell’autorizzazione è quasi completa. Ecco perché il tribunale del Riesame ha accolto l’istanza presentata dalla società “Green Power Five”, dell’imprenditore padovano Giuseppe Loppoli, e annullato il sequestro della centrale a biomasse di Tottubella. Dopo i primi accertamenti della magistratura, trincee e bacini di stoccaggio sembravano troppo vicini a un complesso nuragico vincolato dalla Soprintendenza, risultato poi a più di 150 metri e perciò sufficientemente tutelato.

La decisione del collegio - presidente Marina Capitta, a latere Paolo Bruno e Elena Barmina - è arrivata poco prima di Natale sui sigilli del Corpo forestale convalidati dal gip il 6 dicembre scorso. Blocco che si era ripetuto la settimana successiva alla centrale gemella, che fa capo alla società collegata “Green Power Three”, sempre di Loppoli, in località Campanedda. Anche questo stop è decaduto: nel frattempo l’autorizzazione unica regionale che mancava alla data dell’avvio dei lavori è arrivata e per il secondo impianto è stato lo stesso pubblico ministero Giovanni Porcheddu a disporre il dissequestro, su richiesta dei difensori Sergio Milia e Maria Claudia Pinna.

Le due centrali sono sorte su terreni di proprietà dell’imprenditore originario di Piazzola sul Brenta, e produrranno energia verde per un massimo di 999 chilowatt sfruttando tricale, mais e i liquami prodotti dagli allevamenti.

Nel marzo scorso "Green Power" aveva chiesto all’assessorato regionale all’Industria l’autorizzazione unica, come da normativa nazionale. Ma in attesa del via libera, aveva avviato i lavori nei due cantieri. Secondo la Forestale, in violazione di legge. I difensori di Loppoli, invece, hanno ricordato al tribunale che la norma regionale consente agli impianti al di sotto di 1 megawatt di mettere in moto le ruspe grazie ad una procedura semplificata, e cioè informando lo sportello unico per le attività produttive del Comune, in questo caso di Sassari. Altro elemento a favore, il parere positivo (seppur non definitivo) arrivato il 16 ottobre dalla conferenza di servizi in seno all'assessorato. Nell’ordinanza del Riesame i giudici ripercorrono anzitutto la normativa «complicata» che regolamenta il settore delle rinnovabili, poi accolgono i passi salienti della memoria difensiva. E spiegano: «Le opere indicate nel progetto presentato alla Regione non sono ancora state tutte realizzate e comunque quelle compiute finora sono conformi a quelle indicate nello stesso progetto, salvo qualche minima differenza». Le accuse di violazione urbanistica e paesaggistica potrebbero quindi finire in archivio.

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