La Nuova Sardegna

Sassari

Abbanoa ed Enas in guerra, dipendenti senza stipendio

di Luigi Soriga

I due enti che erogano l’acqua hanno accumulato montagne di debiti e di crediti: senza l’intervento della Regione non potranno far fronte alle paghe dei lavoratori

30 novembre 2012
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SASSARI. A guardarla da lontano sembra una guerra tra poveri, per certi versi paradossale. Abbanoa dal 2007 non paga l’Enas, cioè l’ente regionale che si occupa di custodire ed erogare l’acqua grezza presente nei bacini dell’isola. Il debito è di 40 milioni di euro. Dato che Enas a sua volta non naviga in acque tranquille, dovendo pagare lo stipendio a circa 350 dipendenti che minacciano di incrociare le braccia, allora ha deciso di battere cassa. Si è rivolta al giudice e ha chiesto il pignoramento della liquidità a disposizione di Abbanoa per un totale di 3 milioni. In pratica però il provvedimento ha congelato risorse per quasi 12milioni di euro, visto che i soldi a disposizione di Abbanoa, presenti in diversi istituti di credito, sono stati bloccati sino a 3 milioni in ciascuna banca. Ed ecco che a trovarsi nei guai sono stati di punto in bianco i 1400 dipendenti di Abbanoa. Infatti la loro retribuzione di novembre, è rimasta in bilico. «Siamo riusciti a liberare i conti dal pignoramento Enas – dice il direttore generale di Abbanoa, Sandro Murtas – e attraverso una gestione accorta degli incassi provvederemo entro i primi di dicembre a pagare gli stipendi del personale e le quote dovute ai nostri fornitori. Nel frattempo, però, attendiamo di riscuotere anche noi i nostri crediti dall’Asl e dall’Esaf in liquidazione». Ed eccolo il paradosso: in pratica il debitore (cioè la Regione) consente che vengano pignorati i beni del proprio creditore (Abbanoa). Tradotto: io non pago, però pretendo subito i soldi da chi me li deve. Perché in fondo stiamo parlando del forziere di un’unica grande famiglia, cioè della Regione e delle sue società pubbliche: Abbanoa, Enas, Asl ed Esaf. Ricapitolando: il primo grande debitore è la Regione, che non ha mai capitalizzato Abbanoa al momento della sua costituzione. Inoltre c’è sempre un contenzioso tra il gestore idrico e l’Ato per 178milioni di euro, che è la cifra che Abbanoa avrebbe perso in questi anni per il mancato ritocco delle tariffe dell’acqua e per la mancata revisione del piano d’ambito. In sostanza con il prezzo attuale dell’acqua di 1,57 euro a metro cubo, Abbanoa è destinata a rimanere in perdita, visto che il costo che garantirebbe l’equilibrio di bilancio sarebbe di 2,50. Ma innalzare le tariffe è sempre una manovra difficile da adottare, in quanto estremamente impopolare. La soluzione allora, se non si vuol toccare la tariffa, potrebbe essere quella di abbassare i costi alla fonte, ovvero agendo sull’Enas. Ma anche qui ci sono 350 dipendenti che ogni mese hanno diritto alla retribuzione e tagliare è complicato. Abbanoa dunque ha vita difficile: vanta crediti per 7 milioni dalle Asl, e 6 milioni dall’Esaf, ma non li vedrà a breve. La Regione deve fare a sua volta i conti con il patto di stabilità e non potrà essere certamente munifica con i suoi creditori. Sulla brace stanno dunque i 1400 dipendenti di Abbanoa, che ritireranno lo stipendio e l’ultima tranche della quattordicesima. Per la tredicesima, invece, sarà tutto da vedere.

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