La Nuova Sardegna

Sassari

Prima dell’arresto Calvia “denunciò” i figli della sua donna

SASSARI. Pochi giorni prima di essere arrestato per l’omicidio di Orsola Serra, Alessandro Calvia confidò ai carabinieri che i due figli della sua compagna gli avevano proposto di partecipare a una...

20 novembre 2012
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SASSARI. Pochi giorni prima di essere arrestato per l’omicidio di Orsola Serra, Alessandro Calvia confidò ai carabinieri che i due figli della sua compagna gli avevano proposto di partecipare a una rapina la vigilia di Natale. Colpo che poi non venne messo a segno, ma una volta in carcere l’uomo disse alla donna di avvertire i figli «perché forse in casa c’è un topolino», vale a dire una microspia.

Questo ed altri retroscena delle indagini sono stati rivelati ieri alla corte d’assise presiedutat dal giudice Pietro Fanile da due carabinieri chiamati a testimoniare al processo per l’omicidio della insegnante di Alghero strangolata con una corda nella sua abitazione la sera del 23 ottobre 2011.

Il racconto di Michele Lobrano e Benedetto Carbone – guidato dalle domande del pm Paolo Piras, dell’avvocato di parte civile Pietro Piras e degli avvocati difensori Danilo Mattana e Nicola Satta – si è dipanato attraverso le intercettazioni eseguite dai carabinieri prima e dopo l’arresto del disoccupato. Da quelle conversazioni emerge un uomo preoccupato di sviare i sospetti degli inquirenti, ma anche di tranquillizzare la sua compagna.

La donna il 17 dicembre durante un colloquio in carcere domandò a Calvia se aveva avuto una relazione con la vittima. Calvia negò e questo, secondo l’accusa, conferma indirettamente il movente del delitto Serra: far tacere una donna che pretendeva una relazione più stabile e che minacciava di rivelare tutto alla rivale.

Proprio per questo, come riferì Alessandro Calvia alla sorella, la coppia litigò la sera del delitto. Parlando con la congiunta, senza sapere di essere ascoltato dai carabinieri, Alessandro Calvia si dilunga in particolari sul suo rapporto con la vittima. L’imputato in una occasione fa riferimento a un misterioso “segreto” che la professoressa si sarebbe portata nella tomba e che riguarderebbe i rapporti di Orsola Serra con il padre. L’altra persona che Calvia accusa è un conoscente di Orsola Serra che secondo lui avrebbe potuto trafugare la corda con la quale l’insegnante venne uccisa e sulla quale sono rimaste le tracce biologiche dell’imputato. I carabinieri hanno anche testimoniato sui tempi di percorrenza (poco più di dieci minuti) della distanza tra la casa della vittima e quella della pizzeria dove la sera del delitto Alessandro Calvia ordinò due pizze per sè e per la sua fidanzata. Il processo prosegue venerdì con l’esame dell’imputato.(d.s.)

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