La Nuova Sardegna

Sassari

Dopo quarant’anni due quartieri hanno la loro chiesa

di Antonio Meloni
Dopo quarant’anni due quartieri hanno la loro chiesa

Domenica cerimonia di dedicazione a San Giovanni Bosco dell’edificio di culto per i rioni di Rizzeddu e Monserrato

04 ottobre 2012
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SASSARI. Quarant’anni di paziente attesa per vedere realizzato quel sogno accarezzato chissà quante volte. Ora gli abitanti di Rizzeddu e Monserrato possono davvero ringraziare il Cielo e non è solo un modo dire, perché la chiesa parrocchiale tanto agognata è diventata realtà. La messa di dedicazione del nuovo edificio sacro, dedicato a San Giovanni Bosco, in via Washington, sarà celebrata domenica durante una funzione solenne presieduta dall’arcivescovo padre Paolo Atzei.

I dettagli dell’opera sono stati illustrati ieri alla stampa dal parroco don Piero Bussu, dal progettista Costantino Porcu e dal professor Carlo Pellizzaro che a Rizzeddu è considerato la memoria storica del quartiere. Ed è proprio sfogliando le pagine di un volume da lui pubblicato tre anni fa, che si ripercorre la vicenda travagliata di questa chiesa fortemente voluta dagli abitanti di uno dei rioni più popolosi della città. Il nucleo originario dell’attuale chiesa, infatti, risale agli anni Quaranta del Novecento, quando nell’area oggi occupata da palazzine e cortili, sorgevano i capannoni di un acquartieramento militare. Fino al 1970, anno in cui San Giovanni Bosco divenne parrocchia, gli abitanti di quella che allora era appena una manciata di case disseminate nell’immediata periferia, assistevano alle funzioni religiose dentro una ex caserma. «Abbattuto il capannone _ ricorda Carlo Pellizzaro _ per qualche mese venne usato l’istituto delle Vincenziane in via Principessa Maria, ma è chiaro che la situazione era disagevole».

Agli inizi degli anni Ottanta, in concomitanza con la nomina del parroco, don Marcello Brangi, risalgono le prime richieste accorate di avere una vera chiesa parrocchiale. Il parroco, uno dei principali sostenitori del progetto, non vedrà la chiesa tanto desiderata perché morirà nell’aprile 2002. Dopo le prime richieste, alcuni locali vengono ricavati al piano terra della torre “La.Pi” e quella resta la parrocchia di Rizzeddu fino qualche giorno fa quando, dopo sei anni di lavori, la nuova chiesa di San Giovanni Bosco vede finalmente la luce. Il progetto é datato 1985, la delibera di assegnazione dell’area risale al 2003, ma il cantiere viene aperto solo quattro anni dopo.

Nei giorni scorsi la consegna: trecentoventi posti a sedere, con la possibilità di accogliere anche 500 fedeli, la chiesa, nel cui stile si mescolano con armonia la tradizione e l’innovazione, sorge su un’area di circa ottomila metri quadrati. L’edificio principale è affiancato da altri due ambienti in cui entreranno presto in funzione l’oratorio e le aule adibite all’insegnamento del catechismo. «Purtroppo l’opera non è completa _ rimarca l’ingegnere Costantino Porcu _ perché devono ancora essere realizzati il campanile, la piazza polivalente e il parcheggio». Tutto dipenderà dalla disponibilità di risorse in un periodo difficile.

«Quanto sia stata desiderata la chiesa _ spiega don Piero Bussu _ è facile immaginarlo, al punto che dopo tanto tempo qualcuno cominciava a perdere le speranze». La fase di preparazione alla dedicazione della chiesa comincia oggi, alle 19.30, con una serie di incontri formativi che proseguiranno domani. Sabato, dalle 21 alle 22, ci sarà una veglia di preghiera con riflessioni proposte da monsignor Pietro Santoro, vescovo di Avezzano. Domenica, alle 17.30, la messa solenne concelebrata dall’arcivescovo padre Paolo Aztei. Chiusura nel segno della tradizione, il 13 ottobre, con una manifestazione folcloristica nel salone parrocchiale.

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