Vinyls, i brasiliani rinunciano all’acquisto dell’azienda di Porto Torres
Un’altra beffa per i lavoratori: tutto è saltato. La decisione del dietrofront sarebbe legata agli alti costi per la bonifica del sito
28 settembre 2012
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Un’altra beffa per i lavoratori della Vinyls. Gli imprenditori brasiliani, riuniti questo pomeriggio a Venezia con gli amministratori straordinari della società, hanno rinunciato alla presentazione in extremis di un’offerta ufficiale per l’acquisto dello stabilimento di Porto Torres. Secondo quanto si è appreso, la decisione sarebbe legata ai costi di bonifica del sito. A bloccare l’iniziativa non sarebbe stato il prezzo per l’acquisto dello stabilimento e il riassorbimento degli operai, ma proprio i costi necessari per il ripristino edile del complesso industriale e per il rifacimento degli impianti produttivi: pare di oltre 50 milioni di euro. Il gruppo brasiliano interessato ha sciolto le proprie riserve con qualche giorno di anticipo e ha appena annunciato ufficialmente la propria rinuncia dovuta esclusivamente agli imponenti costi di bonifica del sito. La notizia è stata anticipata all’ANSA dall’avvocato di Tempio Pausania, Mario Ghezzo, che ha rappresentato l’azienda fin dalle prime battute: «L’operazione sembrava andare a buon fine, ma è saltato nella giornata di oggi - spiega il legale - solo per gli improponibili costi di bonifica, dato che non vi erano problemi per il costo di acquisto e per il riassorbimento degli operai. Devo precisare che il Super Visor ha dato il proprio parere favorevole all’acquisto. Detto parere è stato capovolto nella nottata di ieri e questa, dove sono emersi costi di oltre 50 milioni di euro. Queste perizie, che hanno capovolto la situazione sono state conosciute dal gruppo interessato solo nella giornata di 26 settembre. E solo ieri nella capitale, come da me preannunciato, si è quindi entrati nel vivo della discussione conclusasi a fine mattinata con esito negativo».
