La Nuova Sardegna

Sassari

Benzinai nel mirino, un colpo di smeriglio e poi via con i soldi

di Gianni Bazzoni
Benzinai nel mirino, un colpo di smeriglio e poi via con i soldi

Sassari, tre furti nel fine settimana. Ripulite le colonnine del self service Tamoil e Esso sulla 131: bottino 18mila euro

19 settembre 2012
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SASSARI. Distributori di carburanti nel mirino di una banda che, nel fine settimana, ha messo a segno tre colpi con modalità identiche. La cassaforte interna del ricevitore automatico è stata tagliata con una smerigliatrice a scoppio. Un varco sufficiente per infilare la mano e strappare il sacco con i soldi. Poi la fuga. Una tecnica nuova, che sembra avere soppiantato l’esplosivo (sia gas sia ordigni artigianali confezionati con polvere pirica) che, ultimamente, non aveva dato risultati. Anche perchè appare piuttosto complicata l’impresa di calibrare l’effetto dell’esplosione che - alla fine - risulta troppo debole o talmente forte da provocare danni importanti al distributore ma senza riuscire ad aprire la cassaforte.

I ladri «specializzati», e con una buona dimestichezza con strumenti di lavoro, sono entrati in azione nei rifornitori stradali presenti sulla 131, nell’area del Sassarese. Nei pressi di Muros hanno ripulito la colonnina self-service della stazione di servizio Tamoil e della Esso (che si trova di fronte). Complessivamente - secondo i primi accertamenti - i ladri hanno portato via quasi 18mila euro. Sempre sulla 131, all’altezza della borgata di Ottava, prima del bivio per Platamona, è stata ripulita, invece, la cassaforte del rifornitore della Esso: è l’ultimo colpo in ordine di tempo, messo a segno nelle prime ore del mattino di domenica (e avrebbe fruttato poco più di 2mila euro). La tecnica utilizzata è la stessa, per cui gli investigatori sono orientati a ipotizzare che i furti siano opera di una banda che ha pianificato con cura i blitz sulla 131.

Sugli episodi stanno svolgendo le indagini i carabinieri e la polizia, e nei luoghi interessati dai furti sono intervenuti gli specialisti del Servizio investigazioni scientifiche del comando provinciale dell’Arma e quelli della polizia Scientifica della questura. Dai sopralluoghi non sarebbero emersi elementi utili per le indagini, a conferma del fatto che la banda ha agito senza lasciare impronte.

Qualcosa di interessante può arrivare dalle immagini del servizio di video sorveglianza di cui sono dotate le stazioni di servizio. In uno dei filmati, in particolare, si vedono due uomini - di corporatura piuttosto robusta - con il casco da motociclista che arrivano e sembrano sapere perfettamente come agire. Gli investigatori avrebbero rilevato anche la presenza di una terza persona, forse il palo. I banditi arrivano a piedi, ma non è escluso che abbiano lasciato la moto (o anche l’auto e l’uso dei caschi potrebbe essere un accorgimento per coprire il viso) fuori dal raggio d’azione delle telecamere.

I titolari delle stazioni di servizio hanno adottato ulteriori sistemi di protezione, con una attenzione specifica proprio alla postazione self-service, dove è collocata la colonnina del ricevitore delle banconote. Dalle immagini è anche confermato che i banditi hanno utilizzato una smerigliatrice a scoppio, uno strumento potente e affidabile, solitamente impiegato in quei lavori problematici dove non è possibile utilizzare l’energia elettrica. Un arnese un po’ rumoroso, ma maneggevole, che consente di agire rapidamente ma presuppone una buona manualità.

Prima dei tre colpi con la nuova tecnica, i ladri avevano tentato il colpo con l’esplosivo al distributore di carburante Eni di Saccargia: la carica si era rivelata insufficiente per scardinare la cassaforte ma aveva causato danni alla struttura.

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