La Nuova Sardegna

Sassari

Alcoa: «L’azienda spegne tutto» Due sindacalisti sulla torre a 70 metri

Alcoa: «L’azienda spegne tutto» Due sindacalisti sulla torre a 70 metri

La protesta subito attuata dai segretari territoriali Fiom-Cgil e Fim-Cisl «Ci hanno presi in giro, l’azienda si è rimangiata le promesse»

12 settembre 2012
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I segretari della Fiom-Cgil, Franco Bardi, e della Fim-Cisl del Sulcis, Rino Barca, entrambi operai dell’Alcoa, sono saliti stasera sulla torre alta oltre 60 metri da dove alcuni giorni fa erano scesi dopo quattro giorni tre colleghi dello stabilimento di Portovesme (Sulcis). Le ragioni della nuova protesta sono le stesse: l’azienda, stasera in un incontro con le rappresentanze sindacali, ha confermato il programma di spegnimento dell’impianto, che i lavoratori speravano di rallentare, anche viste le rassicurazioni fornite dalla stessa azienda al governo nei giorni scorsi. - «Ci sentiamo presi in giro», hanno detto i due segretari raggiunto al telefono dall’Agi, poco dopo essere saliti sulla cisterna. «L’azienda si è rimangiata le promesse», ha detto Bardi, infuriato. «Vuole spegnere subito le celle ed è inaccettabile». «Ora basta», ha tuonato Barca. Entrambi stamattina facevano parte della delegazione sindacale che stamane ha incontrato a Cagliari, a Villa Devoto, il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sulle prospettive di vendita dello stabilimento, cui sembrano interessate i gruppi svizzeri Glencore e Klasch e una società italiana di Chieri, nel Torinese.

All’origine della nuova protesta, spiega Bruno Usai della Fiom, operaio dell’Alcoa, il fatto che «l’azienda ha prospettato un’accelerata della fermata dell’impianto. L’accordo era di rinviare lo stop a novembre. Così non è stato, il piano che ci hanno presentato oggi prevede lo spegnimento al 13 ottobre praticamente di tutto. Rimarranno accese 20 celle su 328».

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