La Nuova Sardegna

Sassari

L’Università di Sassari in difesa della lingua sarda

L’Ateneo contro una misura contenuta nel provvedimento della spending review

23 luglio 2012
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L’Università di Sassari corre in soccorso delle lingua sarda dopo la decisione che, in virtù della spending review, impedisce di assegnare all’isola dirigenti a tempo indeterminato nelle istituzioni scolastiche con meno di 600 iscritti, escludendo la regione dalle aree caratterizzate da «specificità linguistica» cui va applicata la soglia agevolata di 400 iscritti, quelle cioè con minoranze di lingua madre straniera (ad esempio tedesche, francesi, slovene). La discriminazione è stata denunciata dal Senato Accademico che ha accolto, con una delibera, la segnalazione della Commissione di Ateneo per la lingua sarda. L’Ateneo, nella stessa delibera, «auspica che per la Sardegna si riveda la normativa nazionale, che offre tutela solamente al sardo e al catalano di Alghero, e si riconoscano come ugualmente meritevoli di tutela le minoranze di lingua sassarese, gallurese e tabarchina», come peraltro previsto dalla legge regionale 26 del 1997. «Il danno per la Sardegna - è detto in una nota - è doppio: diretto, in quanto avrà un’incidenza occupazionale riguardo al numero dei dirigenti scolastici a tempo indeterminato, e indiretto »in quanto si stabilisce in modo arbitrario che le aree geografiche caratterizzate dalla presenza di minoranze di lingua madre straniera siano più importanti di altre in cui si parla il sardo o il friulano«. Il Senato Accademico ha chiesto inoltre sia rispettato il dettato della legge 482 del 1999 che include il sardo fra le lingue di minoranza ammesse a tutela.

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