La Nuova Sardegna

Sassari

Stazione a secco, acqua con le autobotti

di Daniela Scano
Stazione a secco, acqua con le autobotti

Pochi giorni di autonomia dopo lo slaccio per morosità delle ex FdS deciso da Abbanoa. I ferrovieri: Faremo la doccia a casa

21 luglio 2012
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SASSARI. Il sillogismo è questo: le ex Ferrovie della Sardegna sono morose, Abbanoa slaccia le utenze morose, Abbanoa slaccia le ex Ferrovie della Sardegna. Detto fatto, e poco importa anche se chiudere i rubinetti della stazione ferroviaria di Sassari significherà mettere a rischio i trasporti su rotaia del nord Sardegna. Abbanoa non guarda in faccia nessuno: questa è la lezione della surreale situazione creatasi in città.

Nei giorni scorsi, la società che gestisce la rete idrica isolana ha slacciato l’utenza dell’Arst, intestataria delle bollette delle Ferrovie della Sardegna, perché FdS non pagava i conti da sette anni e aveva accumulato un debito di 64 mila euro. Dopo l’allarme lanciato da Arnaldo Boeddu, informatissimo segretario della Filt Cgil, Abbanoa conferma la notizia con uno scarno ma efficace comunicato che suona come un monito.

«In tutta la Sardegna – si legge – Abbanoa sta portando avanti una campagna massiva di slacci relativi alle grandi utenze morose da più anni e per importi consistenti». La campagna «riguarda migliaia di posizioni senza distinzioni di sorta – prosegue la nota –. Pagare tutti per pagare il giusto è l’unico modo per poter garantire il servizio che il cittadino si attende».

Parole inequivocabili e infatti, subito dopo lo sconcerto, i dirigenti delle FdS si sono messi al lavoro di gran lena per risolvere una situazione. Le cisterne della stazione ferroviaria di Sassari hanno autonomia ancora per due o tre giorni. Dopo, inevitabilmente, come un normale condominio che rimane a secco, le Ferrovie dello Stato dovranno ricorrere alle autobotti per riempire i contenitori. Ed è ciò che accadrà perché, al contrario di un normale privato moroso, per un mandato di pagamento la società deve rispettare passaggi burocratici incompatibili con la emergenza che si è creata in città. Il rischio da evitare ad ogni costo è l’interruzione delle corse dei treni a scartamento ridotto: il servizio garantito da Arst spa nelle tratte Sassari-Alghero, Sassari-Sorso e Sassari-Nulvi, più tutti i treni turistici. Per scongiurare i blocchi, i lavoratori che lavorano nelle officine dove si riparano automotrici e locomotori si sono detti disponibili a fare la doccia nelle proprie abitazioni. «È un segnale di disponibilità – chiarisce Arnaldo Boeddu – ma entro mercoledì dovrà necessariamente risolversi il problema che le ex Ferrovie della Sardegna (ora Arst) hanno con Abbanoa». Nonostante lo sciopero nazionale, ieri Boeddu dice di avere ricevuto decine di telefonate «di ferrovieri in servizio nella divisione di viale Sicilia, preoccupati per la delicata situazione che potrebbe crearsi nei primi giorni della prossima settimana qualora l’azienda non dovesse risolvere il problema con Abbanoa». Il sacrificio di tornare a casa sporchi è un simbolo, secondo il sindacalista, dell’attaccamento dei suoi iscritti al servizio svolti nel nord Sardegna dalle ex FdS. «»Si auspica – incalza Boeddu –che lo stesso spirito di abnegazione lo abbiano anche i dirigenti aziendali in maniera che non solo risolvano il problema prima di essere costretti a interrompere il servizio, ma facciano in modo che episodi simili non si verifichino in futuro».

Già, perché Ferrovie della Sardegna non paga le bollette dell’acqua dal lontano 2005 e Abbanoa, che ha deciso di slacciare l’utenza sassarese, non si sente per niente in colpa per la decisione. «Come per tutti gli altri utenti morosi – spiegano alla società – il provvedimento è stato preceduto da due avvisi e un telegramma».

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