La Nuova Sardegna

Sassari

«La Asl copia un regolamento e lo paga salato»

di Vannalisa Manca
«La Asl copia un regolamento e lo paga salato»

Un regolamento per l’intramoenia sarebbe stato pagato dalla Asl 23mila euro anche se copiato da quello dell’Azienda sanitaria di Bari: l’accusa arriva dai sindacati

05 luglio 2012
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SASSARI. Nessuno si scandalizza se un programma svolto con successo in un’altra città e che si scopre essere perfetto anche per la propria, viene trasferito - copiato - e riproposto. Anzi, è senz’altro una carta da giocare.

Bene fa, quindi, la Asl ad attingere da altre fonti se ritiene che un’altra realtà sanitaria abbia prodotto un documento che fa esattamente al caso della Azienda sassarese. Ma stavolta, la questione non sembra così logica - anche perchè ci sono in ballo 23.000 euro di spesa per la stesura del regolamento per l’intramoenia -, almeno stando alla non troppo velata denuncia dei sindacati che hanno scritto una lettera al direttore generale Marcello Giannico e all’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci.

Tale regolamento, infatti, stando a quanto affermano le segreterie territoriali della Funzione pubblica Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up e Fials, sarebbe stato punto su punto letteralmente trasferito da una delibera del 2009 del Policlinico di Bari. Niente da eccepire, se non fosse che la Asl di Sassari, per avere la stesura del regolamento ha messo nel bilancio 23mila euro, affidando il compito a un gruppo di lavoro di consulenti coordinati da uno dei massimi esperti e consulenti del ministero, il pugliese Nicola Rosato, che ha un curriculum di sicuro rispetto: è attualmente subcommissario alla Sanità del Molise e in passato ha ricoperto i ruoli di direttore amministrativo del Policlinico di Bari e di consulente della commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e sulle cause dei disavanzi sanitari della Camera.

Il 27 giugno il sindacato avrebbe dovuto avere un incontro con la dirigenza aziendale della Asl 1 con all’ordine del giorno il nuovo regolamento per la libera professione intramuraria, nota anche come intramoenia, per fare in modo che l’utenza potesse beneficiare di visite mediche anche negli studi privati in regime di convenzione, non essendo disponibili spazi adeguati all’interno della struttura sanitaria pubblica. L’incontro è saltato tra le polemiche del sindacato che a mezzogiorno, ora stabilita, si è presentato, ma alle 13 avrebbe levato le tende senza che nessuno li abbia informati di un eventuale slittamento, poichè né il direttore generale, né altri dirigenti si sono presentati. Su questo punto, la Asl precisa che il ritardo è stato di venti minuti e dovuto al protrarsi di un’altra riunione.

Insomma, sta di fatto che l’incontro è saltato. Nel frattempo, le segreterie territoriali si sono «prese la briga di verificare come si sono organizzate altre Aziende Sanitarie nel resto del territorio italiano e tra i tanti abbiamo visitato il sito del Policlinico di Bari», il cui file relativo alla delibera in questione viene allegato nella lettera a Giannico e all’assessore De Francisci. È sufficiente digitarlo e verificare se il regolamento dell’Asl 1 nelle mani del sindacato è uguale a quello di Bari. «Con molta sorpresa abbiamo riscontrato una sorprendente similitudine tra il regolamento che ci propone il direttore generale Giannico e il regolamento adottato dalla Aou di Bari - scrivono i sindacati della sanità -.Non vorremmo mai mettere in discussione le capacità della Direzione, ma dal momento che questo regolamento costa all'incirca 23 mila euro, e che le pagine che compongono questo regolamento sono 23, se fosse vero che è stato copiato, queste verrebbero a costare circa 1000 euro l'una - dice ancora la lettera d’accusa -, un po' troppo costose in questi tempi di crisi e per colui che a parole persegue il risparmio ma che nei fatti si esalta nelle spese in consulenze per tutti i regolamenti aziendali».

Dalla Asl, comunque, si replica che quel documento è soltanto una bozza, che si tratta di migliorare il regolamento in vigore nel 2010 e che la Asl ha affidato a un gruppo di lavoro il compito di fare le necessarie modifiche e integrazioni, valutando anche le esperienze di altre realtà. Come dire, non si ammette che il regolamento di Sassari è esattamente lo stesso di Bari (come hanno verificato i sindacati), ma lo si vuole invece prendere come fonte di confronto per migliorare le parti da modificare del le norme da applicare a Sassari.

Ma Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up e Fials non sono dello stesso avviso: «Noi abbiamo sempre sostenuto che la libera professione debba essere organizzata per abbattere le liste d'attesa e per dare un servizio di qualità migliore agli utenti - si conclude la lettera - , ma la nostra impressione è che la nostra dirigenza voglia utilizzare l'attività libero professionale intramuraria per fare cassa, purtroppo a discapito dei fruitori del Servizio Sanitario e cioè persone sofferenti e affette da malattie varie».

Si vedrà ora come la bozza verrà effettivamente modificata, ben sapendo che le delibere sono pubbliche e ormai facilmente riscontrabili anche se si vive dall’altra parte del mondo: basta un computer.

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