La Nuova Sardegna

Sassari

Degrado e abbandono nell’ambulatorio medico

di Mauro Piredda
Degrado e abbandono nell’ambulatorio medico

Banari, l’edificio di proprietà della Asl di Sassari è fatiscente dentro e fuori Gli operatori del centro trasfusionale di Alghero: impossibile lavorare qui

24 aprile 2012
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BANARI. I banaresi conoscono molto bene l'ambulatorio e le sue condizioni sono ben sintetizzate da una semplice ed efficace frase occasionalmente ripetuta: «Se sei sano e ci vai per una semplice ricetta ne escimalato».

La struttura, della Asl di Sassari, è un brutto spettacolo già guardandola dall'esterno (nella centralissima via Vittorio Emanuele) a causa delle altissime erbacce. Ma all'interno è ancora peggio. E pensare che l’edificio ospita i medici di famiglia, due per la precisione, che si alternano durante la settimana. Umidità visibile sui muri, intonaco a penzoloni, panche fredde, assenza di riscaldamento, prese non a norma, correnti e spifferi provenienti da finestre rotte. Alcune di queste rimangono perennemente aperte attraverso un bizzarro stratagemma: legando la cordicella ai rubinetti dei lavandini. Che, a quanto pare, hanno solo questa funzione, visto che manca anche l'acqua in quell'angolo che tecnicamente è definito bagno ma che di fatto non lo è. Da una ventina d'anni (eccezion fatta per le prime volte) la struttura è anche sede adibita alle donazioni del sangue grazie a una collaborazione tra i volontari della Pam e gli operatori del centro trasfusionale di Alghero. Che non ci stanno più: «Impossibile lavorare in un posto del genere».

Un sofferto ma ovvio rifiuto, date le circostanze, che però ha fatto incontrare seri problemi agli organizzatori che si sono dovuti fare in quattro per procurare una nuova sede, idonea e accogliente per i venti/venticinque assidui cittadini che due volte l'anno donano il sangue. La scelta è caduta nel caseggiato che ospitava le scuole elementari. Certo, sono emersi alcuni indiscutibili vantaggi. Il punto ristoro, ad esempio, ora risulta attiguo al punto prelievi (diversamente si doveva attraversare la strada e percorrere una trentina di metri). Ma grida vendetta al cielo l'assenza di un ambulatorio degno di tale nome e che ora è persino sprovvisto di tre lettini (uno per le visite e due per le donazioni) che, di proprietà della Pam, hanno trovato ora nuova sede. Tutti gli arredi, caricati su un camion, sono stati trasferiti nella nuova struttura. Segno che i problemi della sanità non sono solo quelli relativi alle chiusure o ai ridimensionamenti ospedalieri, come accade anche nel territorio, ma riguardano qualsiasi attività garantita, sulla carta, ai cittadini della Repubblica.

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