La Nuova Sardegna

Sassari

Dalla Romania lavoratori a prezzi stracciati

di Pier Giorgio Pinna
Dalla Romania lavoratori a prezzi stracciati

Annicchiarico, responsabile della Direzione del lavoro: «Imprenditori attenti, agli stranieri si applicano i contratti italiani. La normativa di riferimento è uguale per tutti i dipendenti»

21 aprile 2012
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SASSARI. Dipendenti stranieri nei villaggi turistici sardi? «Può darsi che arrivino già quest'estate, ma la vigilanza sui loro salari e sulla sicurezza dovrà in ogni caso venire garantita». Lo ha ricordato, ieri mattina, il responsabile della Direzione del lavoro per le province di Sassari e Olbia-Tempio. «Le leggi di riferimento in questo caso sono le nostre, non dei Paesi di provenienza, e prevedono un trattamento equivalente per tutti: italiani, comunitari ed extracomunitari _ ha tenuto a puntualizzare Eugenio Annicchiarico nel convegno promosso dall'Inps - Se non fosse così, ci sarebbe un rischio molto grave: consentire che nasca un nuovo mercato degli schiavi».

Parole forti. Che a Sassari non sono passate sotto silenzio. E come poteva essere altrimenti dato che la mattinata era dedicata ai temi della previdenza, della solidarietà, del sommerso e alle analisi della rete di abusi e violazioni che nel campo dei diritti sociali tocca gran parte dell'isola? Questioni scottanti. Soprattutto dopo la polemica nata alla Maddalena e lungo le coste orientali che da Golfo Aranci arrivano sino all'Ogliastra per l'ipotesi di un ricorso a romeni da impiegare nell'industria delle vacanze. Fenomeno che sinora in Sardegna ha registrato tassi d'incidenza senza adeguati controlli nell'edilizia e nell'allevamento. E che adesso minaccia di estendersi sempre più, in una deregulation senza freni. L'ha dimostrato lo stesso direttore della Dtl con la sua pubblica denuncia, leggendo in sala un "pacchetto-offerta" circolato tra imprenditori e presentato da una società di Bucarest per la «somministrazione di lavoro» (o affitto di manodopera): sotto traccia, ma neppure troppo, si ventilano prezzi stracciati per il costo del lavoro e aperti contrasti con le norme che in Italia danno a ogni dipendente precise garanzie.

Insomma, l'altra faccia del problema è questa: sbagliano, e fanno male i conti, quei grandi gruppi e quei singoli titolari di aziende che sperano di risparmiare sugli stipendi del personale, di poter sorvolare su qualche aspetto delle disposizioni che disciplinano straordinari e sicurezza, o magari di cambiare le regole in corsa. «Perché le uniche leggi dello Stato d'origine dei lavoratori da tenere presenti in Italia sono quelle che riguardano la previdenza», ha rammentato Annicchiarico. Nel caso dei romeni, gli imprenditori che assumono attraverso società interinali di quel Paese dovranno fare riferimento alle normative di Bucarest. Ma in tutti gli altri casi vanno applicati contratti, disposizioni e strumenti ordinari italiani. Non c'è "sconto" o manodopera low cost che tenga. A meno di trasgredire all'articolo del codice penale che per queste situazioni prevede condanne da 5 a 8 anni di reclusione.

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