La Nuova Sardegna

Sassari

Catena umana contro Endesa e inquinamento

Ieri alla Pelosa la protesta organizzata da Leonardo Boscani, Roberto Schirru e Wwf. Seicentoventi persone hanno disegnato l’enorme silhouette della petroliera con la croce

10 settembre 2007
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STINTINO. Una catena umana di 620 persone per dire no al passaggio delle petroliere, che dovrebbero servire la centrale Endesa, nel golfo dell’Asinara. La straordinaria risposta all’appello per la mobilitazione questa volta non arriva dalla piazzza ma dalla spiaggia. Quella della Pelosa, che ieri è diventata la scenografia naturale di una protesta spettacolare che ha coinvolto residenti e turisti. Un disegno animato da centinaia di uomini e donne ha descritto la silhouette di una enorme petroliera sbarrata da una croce, che è stata ripresa dall’alto dagli operatori a bordo di due aeroplani.

 L’appuntamento era fissato per le 9.30, ma in molti sono arrivati alla Pelosa già un’ora prima. Sulla spiaggia ancora gli attivisti del movimento «no thanks», il gruppo organizzatore della manifestazione, hanno distribuito i volantini, dopo aver battuto piazze e locali di Porto Torres e Stintino per due giorni.
 Un quarto d’ora per mettere insieme centinaia di persone, più della metà turisti, già informati della mobilitazione all’ora di colazione negli hotel dove alloggiavano. L’allarme per la possibilità che il numero di petroliere in transito nel golfo dell’Asinara passi da 6 a 60, inquinando alcune fra le spiagge più belle dell’isola, mette tutti insieme. E ieri, come mai prima, la Pelosa è diventata la spiaggia di tutti, il simbolo di ciò per cui sardi, italiani e stranieri sono pronti a combattere fianco a fianco.

 A coordinare il posizionamento della catena umana Roberto Schirru (nella foto al centro), consigliere di Progetto Sardegna al comune di Sassari, che col megafono ha diretto la realizzazione del quadro che in poche decine di minuti ha disegnato la grande sagoma al centro della secca. Poi lo spettacolare arrivo dei due aeroplani ultraleggeri del club Gulp di Platamona con a bordo gli operatori che hanno documentato con foto e filmati la grande protesta: due passaggi prima di salutare «sbattendo» le ali.

 «Alla fine è stata una grande festa - ha detto ieri al termine della manifestazione Schirru - e così l’hanno vissuta tutti quelli che hanno partecipato. Abbiamo dovuto respingere un centinaio di persone perchè il contorno della petroliera che avevamo tracciato con paletti e funicelle non le poteva contenerle». Cinque settimane di lavoro per organizzare la mobilitazione, per far capire che «le scelte di fondo su ciò che si può fare nel Golfo dell’Asinara sono collegate al Parco - dicono gli organizzatori - e a decidere cosa si possa fare non può essere Endesa ma noi cittadini».
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