La Nuova Sardegna

Per i turisti stranieri meglio il mare dei nuraghi 

Per i turisti stranieri meglio il mare dei nuraghi 

Lo studio della Cna rivela gusti e preferenze di chi viene dall’estero in vacanza Spendono 910 euro a testa, restano 10 giorni. Il 50% va via per l’alloggio

24 giugno 2017
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SASSARI. Le spiagge battono i nuraghi sette a uno. I giganti diventano nani davanti alla sabbia finissima dei litorali. Almeno per gli stranieri la Sardegna è un isola da boxer e infradito che ha il sapore salato del mare. La ricerca della Cna fa uno spaccato su preferenze e presenze dei turisti stranieri nell’isola.

Così si scopre che il 75 per cento arriva in Sardegna per il mare, solo l’8 per cento per visitare siti e musei. Il dato diventa imbarazzante se confrontato con altre regioni. In Sicilia il 54 per cento dei turisti stranieri ci va per visitare il patrimonio artistico e culturale, in Puglia la percentuale è del 30 per cento. E i siti nell’isola non mancano: sono 248, contro i 257 della Sicilia.

Chi la sceglie. Oltre al balneare il 10 per cento degli stranieri viene in Sardegna per una vacanza enogastronomica, il 6 per cento in viaggio di nozze o per motivi di salute o religiosi, il 2 per cento per praticare uno sport. Non esiste in Sardegna un turismo fieristico.

Cresce la spalla. In 10 anni gli arrivi internazionali sono aumentati quasi del 15%: dal 32% del 2006 al 46 del 2015. Buona la percentuale dei turisti stranieri che scelgono i mesi di spalla per le loro vacanze. Sono il 56 per cento del totale. Ma la Sardegna può migliorare. In Sicilia sono il 70 per cento, in Puglia 65 per cento. Ma il 44 per cento dei turisti stranieri arriva in Sardegna in alta stagione

La spesa. Gli stranieri di media restano per 10 giorni in Sardegna e spendono una media di 910 euro. Un totale di 620 milioni. Indicativa è anche l’analisi di come spendano questi soldi. Il 72 per cento va via tra viaggio e alloggio. Ma al contrario di come tutti penserebbero la fetta più grossa va via per pagare la camera. L’alloggio pesa per il 54 per cento sul totale della spesa. Per arrivare in Sardegna gli stranieri scelgono quasi tutti l’aereo, il 77 per cento. La spesa media per viaggiare è di 340 euro a persona. In linea con i 380 della Sicilia o i 400 della Toscana, ma molti di più ê euro necessari per arrivare in Liguria. La spesa media per l’alloggio in Sardegna è di 49 euro a notte. E anche in questa classifica la Sardegna si dimostra competitiva. Più di Calabria, 19 euro, e Puglia, 25. Ma in linea con Toscana, 46 euro, e Sicilia, 50 euro. Il 44 per cento dei turisti stranieri che viene in Sardegna sceglie di alloggare in albergo, in Puglia lo fa appena il 27 per cento dei turisti. Nell’isola si spende poco per mangiare, appena 17 euro al giorno, in Liguria 29 euro, in Toscana 24. Per lo svago e il relax i vacanzieri hanno speso nell’isola 56 euro a testa, contro i 70 della Toscana e i 66 della Sicilia.

L’analisi. «Una strategia efficace di destagionalizzazione del turismo regionale deve guardare ai mercati internazionali – spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario della Cna Sardegna –. La Sardegna deve affrancarsi da un’immagine incentrata solo su sole e mare. In questi anni è cresciuta la quota di turisti internazionali, ma resta l’elemento di forte stagionalità. Anche nel confronto con altre realtà del Sud, nel turismo della Sardegna manca l’elemento storico-culturale e artistico presente in regioni competitor come la Puglia e la Sicilia, in cui le presenze straniere sono distribuite in modo più omogeneo nel corso dell’anno». (l.roj)

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