La Nuova Sardegna

Siccità e crisi, stop alla protesta Coldiretti sulla 131: "Aspettiamo risposte"

Siccità e crisi, stop alla protesta Coldiretti sulla 131: "Aspettiamo risposte"

Lunghe code dietro i cortei e all'altezza di Abbasanta,  i manifestanti: "Pronti a protestare di nuovo"

23 giugno 2017
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ABBASANTA. Allarme agricoltura e siccità: centinaia di pastori e agricoltori in strada da questa mattina 23 giugno per chiedere aiuto e interventi urgenti. La protesta si è conclusa, ma solo per ora. «Abbiamo organizzato tutto in tre giorni - spiega all'Ansa il direttore di Coldiretti Luca Saba - e abbiamo illustrato alla Regione le nostre ragioni. Ora aspettiamo le risposte: se non dovessero arrivare entro il 15 luglio, siamo pronti ad andare avanti con altre manifestazioni».

Dopo i tre cortei partiti alle 10.30 da Ottana, Borone e Paulilatino, in centro Sardegna, a bordo di trattori e i pick up, la statale 131 Carlo Felice è stata invasa da centinaia di cappellini gialli all'altezza di Abbasanta. Una marea di copricapo dei pastori e degli agricoltori che hanno aderito alla protesta di Coldiretti per denunciare il pessimo stato di salute delle campagne sarde, aggravato dalla siccità. C'è stato un blocco stradale di circa un quarto d'ora.

I numeri sono stati snocciolati anche nel corso dell'assemblea che ha seguito la marcia sulla 131. A giugno nella prima decade - sottolinea la Coldiretti - in Sardegna è caduto il 40% di pioggia in meno con temperature superiori di 1,8 gradi la media del periodo, dopo mesi praticamente a secco: maggio (-95%), aprile (-71%) e marzo (-73%). Il risultato, denuncia l'organizzazione di categoria, è la perdita del 40% delle produzioni agricole con la dichiarazione dello stato di emergenza per l'isola. Coldiretti chiede interventi urgenti per garantire la sopravvivenza delle aziende messa anche a rischio dai prezzi troppo bassi pagati in campagna

La mobilitazione non si è fermata nonostante le positive risposte arrivate ieri sullo blocco di 12 dei 14 milioni di euro stanziati per il settore agricolo e l'impegno sui pagamenti dei premi comunitari: non bastano per fermare la seconda manifestazione in meno di cinque mesi del mondo agricolo sardo.

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«I disagi subiti dagli agricoltori e allevatori a causa dei prodotti pagati a prezzi troppo bassi e della grave siccità non ci possono far tornare indietro dal manifestare - spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - anche se accogliamo positivamente l'impegno sui pagamenti dei premi comunitari e la decisione dell'Oilos di destinare sotto forma di de minimis ai pastori, come avevamo chiesto noi a gran voce il primo febbraio scorso, 12 dei 14 milioni stanziati dalla Regione al settore».

Serve qualcosa di più: «Le perdite subite dalle imprese agricole necessitano di un intervento molto più sostanzioso - rilancia Coldiretti Sardegna - servono almeno 40 milioni di euro per lenire i danni che la siccità ha causato agli allevatori e cerealicoltori». Disagi per il traffico: «Ci scusiamo - ha detto Cualbu - ma queste è l'unica strada per riuscire ad avere risposte al grido di dolore di un comparto al collasso»

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