La Nuova Sardegna

I riscontri degli investigatori Nessuna traccia di estranei 

di Valeria Gianoglio
I riscontri degli investigatori Nessuna traccia di estranei 

Nella villetta solo le impronte di Dimitri Fricano e della compagna uccisa

18 giugno 2017
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SAN TEODORO. È stato spostato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Olbia, Dimitri Fricano, il commesso biellese di 30 anni indagato dalla Procura di Nuoro per l’omicidio della fidanzata Erika Preti, avvenuto intorno alle 11 di domenica scorsa all’interno di una villetta affittata per le vacanze a Lu Fraili. «È ancora sotto choc, duramente provato dalla vicenda», spiega l’avvocato Roberto Onida, che tutela il giovane insieme alla collega piemontese Alessandra Guarino. «E non si sa ancora – aggiunge il legale – per quanti giorni i medici lo vorranno trattenere per le cure necessarie».

E così, mentre le ceneri della sua convivente, ieri mattina, venivano accompagnate dall’intero paese nella chiesa di Pralungo sulle note di “Un tappeto di fragole” dei Modà, Dimitri Fricano ha continuato a confermare la versione dell’accaduto che ha fornito, pur nella confusione del momento, sin dai primi istanti dalla scoperta del delitto: «Siamo stati aggrediti, è entrata una persona in casa, voleva rapinarci, ricordo solo questo».

Un amico di Biella del giovane indagato, Alberto Recanzone – lo stesso amico che ha affittato a Dimitri ed Erika l’appartamento della villetta di via Nazionale 4 – qualche giorno fa, in televisione, aveva rivelato che dalla casa del delitto erano spariti un prezioso Rolex e 500 euro. Ma i carabinieri della compagnia di Siniscola, di fronte a questo particolare che a loro non risultava affatto, negli ultimi giorni hanno deciso di sentire in modo approfondito Recanzone. E così hanno scoperto che la presunta sparizione del Rolex e dei contanti era un dato che l’affittuario biellese aveva appreso dallo stesso Dimitri, probabilmente quando quest’ultimo era già ricoverato in ospedale a Olbia e riceveva solo le visite degli amici più stretti e dei familiari arrivati da Biella. Sia da parte lesa, sia, dopo due giorni, da indagato a piede libero, del resto, era e resta assolutamente libero di parlare con chi vuole.

Per levarsi ogni dubbio residuo circa la presunta sparizione dell’orologio e dei soldi, in ogni caso, i militari guidati dal tenente Andrea Leacche, insieme ai colleghi del Reparto di investigazioni scientifiche, sempre negli ultimi giorni hanno eseguito un nuovo sopralluogo sulla scena del delitto. E per l’ennesima volta hanno accertato che all’interno della villetta a loro non risulta essere stato rubato nulla, tantomeno di prezioso. Né, a un controllo più accurato, nelle diverse stanze, e in particolare nella cucina, sembrano esserci tracce che non appartengano a Erika o a Dimitri. Non risulta nemmeno alcun segno di effrazione o di ingresso violento dal portone di ingresso o da qualche finestra. Né, del resto, alcun automobilista di passaggio o turista che domenica mattina è passato sulla vecchia Orientale sarda, all’altezza di Lu Fraili, ha visto qualcuno uscire insanguinato dalla villetta e scappare. Anche a sette giorni di distanza dalla scoperta della morte della giovane commessa biellese, per gli inquirenti quello che è avvenuto all’interno della villetta sembra sempre più assumere i contorni di un delitto avvenuto e maturato all’interno delle mura domestiche. Un delitto violento e carico di rabbia che non corrisponde al percorso seguito in genere dai rapinatori o aspiranti tali. Per quale motivo, si chiedono infatti gli investigatori, un rapinatore si sarebbe dovuto accanire con una violenza così cieca su una ragazza? Accoltellandola per due volte alla giugulare? Dimitri Fricano, dal canto suo, è sempre rimasto fermo nella sua versione: a impugnare il coltello a seghetto con il quale è stata uccisa Erika è stato il rapinatore. Ma sulle modalità precise del delitto, altro non ricorda.

Anche per questo motivo, saranno determinanti i risultati delle nuove analisi che il Ris e i carabinieri eseguiranno la prossima settimana: dall’esame del Dna trovato sugli indumenti indossati da Erika e Dimitri, e dall’analisi più approfondita delle tracce raccolte sulla scena del delitto, si potranno spazzare gli ultimi dubbi rimasti e capire, finalmente, se si sia trattato di un femminicidio o di una rapina finita nel sangue.

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