La Nuova Sardegna

Per la dorsale del metano è corsa a due 

di Claudio Zoccheddu
Per la dorsale del metano è corsa a due 

Il ministero dello Sviluppo economico dovrà valutare i progetti di Sgi e Snam per la realizzazione del progetto

15 giugno 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il metano è un argomento che genera un interesse trasversale. Per la realizzazione della dorsale sarda, infatti, è iniziata una corsa che vede in gara due concorrenti che partiranno alla pari dai blocchi perché nonostante la Sgi, Società Gasdotti Italia, sia arrivata per prima e abbia presentato un piano di sviluppo decennale della “dorsale”, il progetto presentato dalla Snam rete gas verrà valutato dal ministero per lo Sviluppo economico (Mise) senza alcuna penalità di sorta. La discriminante è solo una: il costo. E la Snam è convinta di aver presentato l’offerta migliore. Dunque, se mai ci fosse stato più di un ammiccamento tra il Mise e la Sgi, l’intromissione della Snam potrebbe aver fatto saltare il banco. Sempre che non arrivi un’altra offerta perché un piatto da un miliardo e 578 milioni di euro è più che allettante.

La Regione. Da protagonista a spettatrice. Il ruolo che tocca alla Regione in questo passaggio è legato alla concessione delle valutazioni d’impatto ambientale (Via). La stima della prima parte del progetto è già in corso mentre la gestione dell’appalto spetta al ministero e non c’è molto da aggiungere se non la frustrazione che si respirerebbe dalla parti dell’assessorato all’Industria che, dopo aver recuperato il terreno perduto con la cancellazione del Galsi, sente di recitare una parte di secondo piano nella realizzazione di un’infrastruttura che potrebbe invertire il destino industriale dell’isola. E l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, preferisce non commentare la notizia della corsa a due per la realizzazione del progetto in attesa, forse, che si stringa un rapporto più stretto con il ministero.

Il progetto. È il piatto forte del Patto per la Sardegna firmato tra la Regione il Governo il 29 luglio dello scorso anno. La realizzazione delle opere, oltre a creare lavoro con l’apertura dei cantieri, dovrebbe essere una svolta per lo sviluppo economico della Sardegna perché in grado di garantire risparmi, in termini di costi, dell'energia per le imprese ma anche per i cittadini. Per la costruzione della dorsale sono stati previsti 400 milioni di euro ma il costo totale del progetto super il miliardo e mezzo di euro perché verranno aggiunti i depositi, i rigassificatori e le bretelle. Gli interventi programmati dal Mise sono tre: un metanodotto collegherà Sarroch, Oristano e Porto Torres e sarà lungo 277 chilometri, uno unirà Cagliari al Sulcis, e avrà una lunghezza di 57 chilometri, mentre l’ultimo spaccherà l’isola in orizzontale, unendo Codrongianos a Olbia con una tubatura di 75 chilometri. Le realizzazione dell’infrastruttura, per ora, è un affare a due tra Sgi e Snam. Chi vincerà l’appalto si occuperà di posare e di mettere in funzione 409 chilometri di metanodotto. In altre parole, un lunghissimo condotto del diametro di 400 millimetri che attraverserà l’isola. L’intervento è inquadrato sotto la tipologia “f” che definisce tutte le strutture in fase di progettazione ma per le quali è già stata ottenuta l’autorizzazione.

In Primo Piano

Video

25 Aprile, a Cagliari un corteo di 20mila persone sfila per le vie della città

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative