La Nuova Sardegna

Mille famiglie alle prese con la ludopatia 

Mille famiglie alle prese con la ludopatia 

Parlano gli esperti di San Camillo: «Purtroppo soltanto un giocatore su dieci chiede aiuto»

10 giugno 2017
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SASSARI. Sono circa mille le famiglie sassaresi che ogni giorno devono combattere con un nemico invisibile che - monetina dopo monetina - distrugge gli affetti, svuota i conti correnti e nei casi peggiori porta a gesti estremi come il suicidio.

Sono le vittime di quello che gli operatori dell’area Gap (gioco d’azzardo patologico) del Serd di San Camillo a Sassari chiamano “comportamento patologico”. Secondo uno studio del Servizio Dipendenze dell’azienda sanitaria sassarese i dipendenti cronici dal gioco d’azzardo legale - uomini e donne di tutti i ceti sociali - in città sfiorerebbero infatti le 1000 persone. Professionisti, impiegati, politici, casalinghe, operai, appartenenti alle forze dell’ordine e disoccupati, tutti con lo stesso problema che condiziona inevitabilmente il resto della famiglia.

Chi è arrivato a questo stadio la mattina si sveglia con un solo pensiero: giocare per rimediare alle perdite del giorno prima. «Perché la verità – spiega Rossella Tanca, una delle psicoterapeute del servizio – è che nessuno vince, a parte lo Stato e i gestori delle sale da gioco». Altre 3400 sarebbero invece le persone che in città hanno un “comportamento problematico” con il gioco, individui che hanno già compromesso seriamente diverse aree della propria esistenza e vanno verso il baratro. Solo un giocatore d’azzardo su 10 purtroppo chiede aiuto a chi ha le competenze e chi lo fa lo fa dopo 4 o 5 anni in cui ha dilapidato beni e mandato in rovina chi gli è rimasto accanto. «Al momento abbiamo in cura 117 pazienti – spiega Danila Grazzini, responsabile del servizio – e con loro facciamo un percorso che coinvolge anche i loro familiari». Persone che fanno vite normali e da un giorno all’altro si rendono conto che un loro caro è con l’acqua alla gola, che ha chiesto prestiti in banca, ha aperto finanziarie di nascosto o nel peggiore dei casi si è rivolto agli usurai. «Dentro alle sale da gioco accanto alle macchinette - spiega Gregorio Salis un altro psicoterapeuta del Gap - spesso ci sono anche loro, personaggi apparentemente distinti, ma in realtà senza scrupoli che quando vedono qualcuno in difficoltà si propongono di dare una mano, allargando in realtà la dimensione del problema». Per chiedere aiuto ci si può rivolgere allo 079.2490002. (l.f.)

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