La Nuova Sardegna

Lanusei, sfida a tre e un obiettivo: difendere i presìdi del territorio 

di Pier Luigi Piredda
Lanusei, sfida a tre e un obiettivo: difendere i presìdi del territorio 

A contendere lo scettro al sindaco uscente Davide Ferreli sono Davide Burchi e Silvio Carobbi Avversari ma uniti nelle battaglie contro la chiusura dell’ospedale, del tribunale e del carcere 

06 giugno 2017
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INVIATO A LANUSEI. «Adesso l’Ogliastra è soltanto un’espressione geografica». La realtà di un territorio bellissimo e impervio, tra un mare da sogno e montagne selvagge, è racchiuso nel laconico commento di Bruno Pilia, ultimo presidente dell’ormai scomparsa Provincia Ogliastra, primario del reparto Radiologia di un ospedale dal futuro incerto, che continua a fare politica ma con sempre più disincanto. «Resistere e difendere l’esistente, lavorando insieme con gli altri comuni per salvarci da quell’isolamento al quale sembra che siamo stati condannati anche senza aver commesso alcun reato – ha continuato Bruno Pilia, esaminando la situazione dal suo osservatorio privilegiato, visto che non è coinvolto direttamente in questa campagna elettorale –. Sono iscritto al Pd, ma non condivido molte scelte di questa giunta regionale per quanto riguarda la zone interne. L’Ogliastra merita maggiore attenzione, invece si continua a fare di tutto per isolarla. Le battaglie fatte in questi ultimi anni per salvaguardare quel che è rimasto sono emblematiche. Tutto il territorio è sceso più volte in piazza compatto per difendere l’ospedale, il tribunale, il carcere. E l’amministrazione comunale ha acquisito quella leadership che un tempo era compito della Provincia. Ricordo – ha continuato Pilia – quando hanno cominciato il depotenziamento, tagliandoci le risorse ed esiliando la politica. Fino alla mazzata finale. Negli ultimi anni, quel che resta delle vecchie Province è stato gestito da burocrati che non avevano la possibilità e neppure il mandato politico per intervenire e programmare. Tagliare le Province è stato un errore, soprattutto in certe realtà piccole come la nostra. Ma per quanto ne so, anche nel resto della Sardegna, la situazione sta cominciando a risentire delle troppe incertezze amministrative. Il Cagliaricentrismo – ha concluso il radiologo prestato alla politica, della quale è sempre comunque molto innamorato anche se difficilmente sarebbe disposto a rimettersi in gioco – si sta facendo sentire in periferia e sta pesando notevolmente sulla situazione economica di tutta la Sardegna».
Ma l’Ogliastra non ha alcuna intenzione di arrendersi. In questi ultimi cinque anni, il sindaco uscente Davide Ferreli, ricandidato alla guida di una lista civica che racchiude varie anime della politica delle idee senza tessere di partito, ha cercato di portare avanti le battaglie a difesa del territorio, riuscendo anche nell’impresa di superare i campanilismi. Un merito che gli è stato riconosciuto dagli avversari più acerrimi, ma anche dai due candidati alla carica di sindaco delle altre due liste: Davide Burchi, segretario del Partito democratico, ma anche lui alla guida di una lista civica senza simboli di partito. E Silvio Carobbi, un grande combattente della stessa area di provenienza politica, il Partito democratico, ma nessuna connotazione partitica nella sua lista. Una battaglia elettorale fatta con il classico sistema porta a porta, senza esasperazioni, improntata soprattutto sulla salvaguardia dell’esistente. Una sorta di unanime “Giù le mani dall’Ogliastra” sostenuto da tutti e tre i candidati.
«In questi ultimi cinque anni abbiamo combattuto battaglie durissime per non farci scippare servizi importanti come l’ospedale e il tribunale, senza dimenticare il carcere e anche altri presidi – ha spiegato Silvia Nonnis, battagliera responsabile del movimento “Giù le mani dall’Ogliastra” –. Bisogna riconoscere che l’amministrazione ci ha sempre messo la faccia e ci ha sostenuto in tutte le manifestazioni. In prima fila in ogni occasione. Finora, siamo riusciti a resistere, ma sicuramente saranno fatti altri tentativi per depredare il nostro territorio. Per ora l’ospedale è salvo, ma sappiamo che è a rischio di svuotamento e di trasformazione in presidio».
«Svuotare di contenuti l’ospedale sarebbe un errore storico perché significherebbe abbandonare un territorio complesso, privandolo di un servizio essenziale – ha ribadito Bruno Pilia –. La realtà è ben diversa da quella riportata sulle cartine geografiche e il nostro ospedale è fondamentale per garantire assistenza a migliaia di persone. Molto più di altre strutture che vengono invece privilegiate». Un riferimento fin troppo chiaro al nascente ospedale di San Gavino Monreale che avrebbe un bacino d’utenza inferiore a quello di Lanusei e, soprattutto, è molto vicino a strutture di altissimo livello qualitativo, facilmente raggiungibili in auto in tempi molto ristretti.
Ma a rischio è anche il tribunale: «Il trasferimento del processo alla banda dei blindati a Sassari e a Cagliari – ha sostenuto Mara Cuboni, tesoriere del Consiglio dell’orine degli avvocati – non è accettabile. L’amministrazione ha già previsto interventi per permettere la prosecuzione delle udienze a Lanusei dopo l’estate. E anche per salvare il carcere la giunta Ferreli è sempre in prima fila». L’Ogliastra prima di tutto: oltre i partiti, oltre le battaglie politiche.
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