La Nuova Sardegna

Trivelle nell’isola pronti a partire  altri otto progetti 

di Claudio Zoccheddu
Trivelle nell’isola pronti a partire  altri otto progetti 

Sono nelle liste del ministero dello Sviluppo economico Dopo la bocciatura dell’air gun si punta sulla geotermica

02 giugno 2017
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SASSARI. Il codice rosso è diventato giallo dopo la bocciatura dei sondaggi “air gun” ma lo stato di allerta contro le trivelle dovrà essere prolungato. La Sardegna, infatti, deve ancora fare i conti con altri procedimenti avviati per la ricerca e lo sfruttamento delle risorse geotermiche ma anche per il conferimento di titoli minerari. Non ci saranno bolle d’aria compressa “sparate” dalla superficie del mare verso il fondale del santuario dei cetacei per tastare la fertilità verso gli idrocarburi ma l’allerta ambientalista è destinata a durare. Il ministero dell’Ambiente ha bloccato le ricerche tra Sardegna, Corsica e Toscana ma negli elenchi di un altro ministero, quello dello Sviluppo economico, l’isola viene chiamata in causa almeno altre otto volte.
Nord Sardegna. I progetti ancora in piedi occupano una significativa fetta di territorio in tutta l’isola, dall’Anglona al Sulcis passando per il Montiferru e il Medio Campidano. Proprio il nord della Sardegna potrebbe diventare l’area più “consumata” perché la ricerca di risorse geotermiche proposta dall’unione dei comuni dell’Anglona, il 24 giugno del 2011, prevede un’area di investigazione di circa trecento chilometri quadrati divisa in quindici comuni: Trinità d’Agultu e Vignola, Badesi, Viddalba, Valledoria, Castelsardo, Sedini, Santa Maria Coghinas, Bortigiadas, Bulzi, Nulvi, Laerru, Perfugas, Erula, Chiaramonti e Martis.
A poca distanza la Geoenergy ha ipotizzato di acquisire il permesso per la ricerca di risorse geotermiche (era il 9 giugno del 2011) in un’area di 278,5 chilometri quadrati tra i comuni di Perfugas, Tempio Pausania, Erula, Tula, Laerru, Nulvi, Martis, Chiaramonti, Ploaghe e Ozieri. Lo stesso giorno del 2011, sempre la Goenergy ha presentato una seconda istanza per indagare un’area di 296,18 chilometri quadrati tra i comuni di Badesi, Trinità d’Agultu e Vignola, Aggius, Viddalba, Bortigiadas, Santa Maria Coghinas, Valledoria, Castelsardo, Tergu, Nulvi, Sedini, Bulzi, Laerru e Perfugas. L’elenco si conclude con i 7,87 chilometri quadrati richiesti nel 2010 dalla Imi Fabi, tra i comuni di Orotelli e Orani, per la ricerca di risorse geotermiche nell’area di Oddini.
Centro e sud. Se al nord i procedimenti sono ancora in fase di approvazione, negli elenchi del Mise figurano tre permessi di ricerca accordati per il Cagliaritano e per il Medio Campidano. La Saras (Igia risorse geotermiche), il 26 giugno del 2013 ha ottenuto un’area di 122,22 chilometri quadrati in cui ricercare le risorse geotermiche. La società Tosco Geo, invece, il 9 marzo del 2015 ha due ottenuto il permesso di indagare 84,70 chilometri quadrati tra le province di Cagliari e Oristano, nella zona di San Gavino. La stessa società, questa volta il 4 febbraio del 2016, ha incassato il permesso di esplorazione dei 70,50 chilometri quadrati nel sud della provincia di Oristano nonostante il progetto sia denominato “Sardara”. L’ultimo progetto, autorizzato alla fine del 2015 , è il “Monte Ulmus” della società Sotacarbo che interessa il Sulcis e i comuni di Carbonia, San Govanni Surgiu e Portoscuso. Questa volta le trivella, autorizzate a scendere fino a 1500 metri, non avranno il compito di estrarre minerali ma, piuttosto, quello di ricercare zone adatte allo stoccaggio dell’anidride carbonica prodotta dalla centrali termoelettriche con vere e proprie iniezioni di Co2.
Ancora in fase di approvazione, invece, la ricerca di risorse geotermiche presentata il 28 ottobre del 2008 dalla società toscana Exergia nella zona di Cuglieri che prevede un’area d’ispezione di quasi 122 chilometri quadrati.
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