La Nuova Sardegna

Stop ai rimborsi, spiagge sarde senza bagnini

di Claudio Zoccheddu
Stop ai rimborsi, spiagge sarde senza bagnini

I volontari dovranno restituire anche le quote ricevute nel 2016. Le associazioni: «Norma da rivedere»

31 maggio 2017
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SASSARI. I volontari del soccorso in mare sono pronti a incrociare le braccia. La spiagge sarde, nelle prossima stagione balneare, rischiano di restare senza i bagnini per colpa dei contrasti nati per l’interpretazione di una norma da parte della direzione regionale della Protezione civile. I volontari si sono recentemente riuniti nel Coordinamento delle associazioni del mare (Cam) proprio per provare a dare voce al malcontento: «Nel corso degli ultimi anni abbiamo salvato oltre duemila persone nei litorali di tutta l’isola – spiega il presidente, Claudio Rosu – ma ora rischiamo di non poter più operare a causa di una differente interpretazione delle norme da parte degli enti competenti».

Il nocciolo della questione riguarda le convenzioni che venivano stipulate tra i volontari e la pubblica amministrazione e, ovviamente, i relativi rimborsi: «Negli anni precedenti le associazioni hanno sempre stipulato singolarmente le convenzioni con le Province o con i Comuni, come diceva la legge 266/91 che regola le attività del volontariato e che è stata ultimamente regolata anche da una delibera dell’authority Anticorruzione – aggiunge Rosu –. La direzione della protezione Civile Regionale, invece, vuole rivedere tutto con l’applicazione retroattiva per le convenzioni stipulate nella stagione 2016 che modifica la delibera dell’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente del 2015». La retroattività della decisione ha portato in dote alle associazioni anche un’altra sorpresa: «Sono arrivate diverse comunicazioni in questi giorni dai comuni a tante associazioni per il recupero delle somme versate a titolo di rimborso delle spese regolarmente documentate e incluse nelle convenzioni tra gli enti e le associazioni ma non ammesse, secondo la direzione regionale della Protezione civile, dal Decreto del Presidente della Repubbluica 194 – spiega ancora Claudio Rosu –. In attesa di un chiarimento, che abbiamo già richiesto al Dipartimento della protezione civile nazionale, le associazioni non possono fare altro che restare a guardare quanto accadrà nel corso della stagione 2017».

La sicurezza nelle spiagge libere dell’isola è un’incognita per la prossima estate anche perché i bagnini dovranno fare i conti con altre difficoltà, oltre a quelle economiche: «Adesso ci dicono che l’uso dei mezzi di salvataggio nelle spiagge deve essere autorizzato delle Capitanerie di Porto. L’attuale modalità operativa prevede che le moto d’acqua, o i gommoni, vengano mosse solo per un allarme specifico, con partenza dalla sede dell’associazione, trasporto, alaggio e successivo raggiungimento del bagnante a rischio. Un procedimento che, secondo tutti i manuali di salvataggio, si dovrebbe concludere in due minuti. Lo stesso ufficio, però, alcuni anni fa ha acquistato e distribuito alle associazioni le moto d’acqua da utilizzate nelle postazioni di salvataggio», conclude il presidente del Cam inattesa di ottenere una risposta dalla Regione.

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