La Nuova Sardegna

LA STORIA 

Dall’università alla conquista del mondo E presto sarà pronto il primo prototipo

Dall’università alla conquista del mondo E presto sarà pronto il primo prototipo

SASSARI. Il papà di Veranu si chiama Alessio Calcagni. Lui è di Nuoro ed è un ingegnere elettronico. La mattonella che produce energia è un’idea che gli è balenata in testa nel 2012, dopo la laurea...

31 maggio 2017
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SASSARI. Il papà di Veranu si chiama Alessio Calcagni. Lui è di Nuoro ed è un ingegnere elettronico. La mattonella che produce energia è un’idea che gli è balenata in testa nel 2012, dopo la laurea specialistica conseguita all’università di Cagliari. «In pratica è una costola della mia tesi – spiega il Ceo della start up – che analizzava sensori di pressione costituiti da transistor organici a modulazione di carica con piezoelettrico. Poi mi son chiesto: perché non applicarlo in altri contesti?». Ed ecco come in un attimo le competenze acquisite all’università piombano nell’economia reale e diventano l’embrione di un’impresa. In realtà, fino al 2014 l’idea resta molto vaga: «Non avevo mai pensato di farne qualcosa di concreto poi abbiamo partecipato a StartCup Sardegna coinvolgendo amici e colleghi dell’università, e a quel punto siamo diventati un vero e proprio team». È il momento in cui la mattonella inizia a prendere forma. Il team di ingegneri inizia a partecipare a varie competizioni nazionali e non dedicate alle start up. Girano i seminari di mezza Italia, poi volano a Stoccarda al Green innovation and investment forum e iniziano a conoscere il panorama internazionale. Intuiscono che Veranu può decollare ma manca ancora qualcosa. Sulla carta il progetto sembra funzionare, ma per dargli fisicità manca ancora la moneta. La svolta si materializza di lì a poco con il primo investitore, il Chlub, un venture incubator internazionale fondato nel 2015 da Giovanni e Riccardo Sanna, con sedi a Capoterra e Santa Monica, California. «Loro nel mese di aprile del 2016 hanno organizzato una competizione tra start up – riprende Alessio Calcagni – e hanno premiato il nostro progetto. Quindi per noi il Chlub resterà sempre il primo ad averci finanziato, con un premio in denaro che abbiamo utilizzato per depositare la domanda di brevetto e realizzare il primo prototipo di pedana». Ok il prototipo, ma a quando il primo pavimento vero e proprio? I più curiosi potranno vedere Veranu all’opera sul campo già da quest’anno. I dettagli della prima installazione sono top secret per ragioni di marketing aziendale. E il Ceo Calcagni non si sbilancia più di tanto: «A breve faremo qualcosa sul territorio nazionale, una installazione all’aperto e un’altra al chiuso». Le mission dell’azienda lascia immaginare che Veranu non sarà soltanto un pavimento che produce energia. Il futuro della start up di Capoterra punta tutto sul verde. «Stiamo già pensando a come sviluppare la tecnologia inserendo altre funzionalità – sottolinea Alessio Calcagni –. Abbiamo lo sguardo rivolto al futuro anche oltre il progetto della mattonella, la nostra vision è infatti quella di fornire e promuovere stili di vita ecosostenibili». (s.s.)

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