La Nuova Sardegna

Giallo sull’agguato a Pinna perizia per fare chiarezza

di Nadia Cossu
Giallo sull’agguato a Pinna perizia per fare chiarezza

Dubbi degli investigatori sulla dinamica. La procura incarica un consulente

25 maggio 2017
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NULE. Come sono andate le cose lunedì sera nelle campagne di Nule? Qual è la dinamica dell’agguato teso a Roberto Pinna? Qual è stata la traiettoria della fucilata che ha raggiunto l’allevatore di 50 anni mentre era a bordo del suo pick up rosso? Che tipo di ferita ha riportato esattamente? Ed è compatibile con la ricostruzione dell’agguato da lui fatta agli inquirenti?
Sono verosimilmente questi gli interrogativi cui dovrà provare a dare una risposta il medico legale Vindice Mingioni nominato come consulente tecnico dalla Procura della Repubblica di Nuoro. Ieri mattina gli è stato affidato l’incarico e a breve Roberto Pinna sarà convocato per essere sottoposto agli accertamenti.
L’obiettivo degli inquirenti è quello di chiarire la dinamica dell’agguato che lunedì, intorno alle 20, ha messo a repentaglio la vita del padre di Paolo Enrico Pinna. Il diciannovenne al momento si trova rinchiuso nel carcere minorile di Quartucciu dove deve scontare la condanna a vent’anni di reclusione perché accusato di aver ucciso l’8 maggio di due anni fa lo studente di Orune Gianluca Monni e perché ritenuto colpevole anche dell’omicidio e della distruzione del cadavere di Stefano Masala, il trentenne di Nule di cui si sono definitivamente perse le tracce il 7 maggio del 2015.
In questi due anni di indagini, intercettazioni, convocazioni in caserma, arresti, udienze, tensioni varie, la vita della famiglia Pinna è comprensibilmente cambiata. Più di una volta hanno avuto la sensazione di essere nel mirino. Lo stesso Robertino Pinna, la mattina dopo l’agguato, ha detto senza mezzi termini di aver sempre pensato che qualcuno potesse avercela con lui, proprio per via della vicenda processuale che vedeva coinvolto il figlio, ma allo stesso tempo ha confessato di non aspettarsi che potessero davvero arrivare a tanto.
Un uomo, probabilmente con un complice che lo aspettava a distanza, si sarebbe appostato dietro un muretto a secco lungo la strada che collega Nule a Bitti. Intorno alle 20 di lunedì, Pinna si era appena lasciato alle spalle il cancello dell’azienda quando ha sentito la prima esplosione. A quel punto – così come ha raccontato ai carabinieri della stazione di Benetutti e della compagnia di Bono – si è abbassato per proteggersi e il fuoristrada è finito in cunetta. Sono stati pochi attimi, il killer sarebbe scappato senza dare a Pinna la possibilità di vederlo in faccia. Anche se quasi certamente avrà agito con il volto coperto. L’allevatore, ferito a un braccio, ha chiesto aiuto e dopo pochi minuti sono arrivati i soccorsi.
Le indagini dei carabinieri sono incorso, diverse persone sono state sottoposte all’esame dello stub e anche Robertino Pinna è stato sentito a lungo dagli investigatori che hanno sequestrato il fucile usato per l’agguato e abbandonato a pochi metri di distanza. Il killer mancato avrà ovviamente preso tutte le precauzioni del caso e quindi le forze dell’ordine non ripongono chissà quali speranze sull’arma.
Qualche risposta importante, invece, potrà darla proprio il medico legale Vindice Mingioni che potrà fornire un contributo essenziale nella ricostruzione della dinamica.
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