La Nuova Sardegna

Psd’Az, Giovanni Columbu si dimette da presidente: partito fermo

Psd’Az, Giovanni Columbu si dimette da presidente: partito fermo

Lascia l'incarico dopo due anni: «Attesa invano la svolta per riunire tutto il mondo sardista»

24 maggio 2017
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CAGLIARI. Una lunga lettera per esprimere tutta la sua amarezza davanti a un partito che doveva riunire tutte le anime del sardismo, ma è rimasto immobile. Giovanni Columbu lascia la presidenza del Psd’Az. Il suo è un gesto pieno di rammarico, ma anche di speranza. Quella di dare una scossa a un partito apatico.

«Cari amici sardisti, mi dimetto dalla carica di Presidente del Partito Sardo d’Azione - scrive -. Non posso accettare che il partito nato dal più generoso ideale di libertà e di progresso, che più ha influito sulla consapevolezza dei sardi come popolo e di cui noi abbiamo il privilegio e la responsabilità di essere gli eredi, possa ridursi a coltivare posizioni tiepide e ambigue e continui a essere esposto alla tentazione di trattare con le forze politiche a cui dovrebbe opporsi. Sono trascorsi quasi due anni dall’ultimo Congresso in cui deliberammo di adoperarci con tutte le nostre energie per la convergenza della vasta e frammentata area delle formazioni indipendentiste. Non è chiaro se promuoviamo un’alternativa agli attuali schieramenti politici o se miriamo solo a sporadiche alleanze per trattare con i partiti italiani. Questa ambiguità è dovuta a una conduzione politica che si attua in modo solitario e sommesso, rifuggendo dal dialogo. Non meno dipende da coloro che sostengono passivamente questa conduzione».

«Anziché mobilitare il Partito in una condivisa prospettiva - prosegue Columbu - si seguono percorsi di cui si apprende solo a posteriori. Il documento che a gennaio indirizzai ai sardisti esponendo una via possibile per ricostituire il Partito, per mettere fine alle divisioni storiche del sardismo e reagire all’immobilità, avrebbe potuto suscitare reazioni di consenso o di dissenso. Come sola risposta ha avuto il silenzio. Ricorro all’estrema risoluzione delle mie dimissioni per rivolgere un appello ai sardisti e riaffermare la necessità di una aperta riflessione sugli errori e le difficoltà che più volte hanno ostacolato la nostra azione. Solo se avremo il coraggio di affrontarla potremo anche ritrovare lo slancio ideale e morale per aprire le porte del Partito, ricostituirlo e definire un nuovo percorso di cambiamento della situazione della Sardegna».

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