La Nuova Sardegna

La celiachia in crescita, in Sardegna oltre seimila casi

di Antonello Palmas
La celiachia in crescita, in Sardegna oltre seimila casi

La regione è prima nella media per abitanti: uno su 70. Molto più colpite le donne. Anche nell'isola la moda dei cibi senza glutine consumati senza la patologia

23 maggio 2017
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SASSARI. È in costante aumento e in Sardegna colpisce in maniera più pesante rispetto alla media nazionale. È la celiachia, la più nota e frequente delle intolleranze alimentari, in questo caso al glutine: è stata accertata in un sardo su settanta (l’isola è in testa per incidenza con la Toscana), mentre in media è stata diagnosticata in un italiano su cento, in tutto 190 mila casi. Ma si stima che in realtà siano molte di più le persone colpite nel Belpaese, 600 mila. Di numeri e delle problematiche legate a un male sempre più diffuso si parlerà sabato prossimo nel convegno dal titolo “Celiachia e dermatite erpetiforme” in programma dalle 8 alle 14.30 al Caesar's Hotel di Cagliari, promosso dall’Aic (Associazione italiana celiachia) dopo la recente settimana dedicata alla malattia.

L’obiettivo è informare e sensibilizzare su una patologia che in Sardegna ha numeri piuttosto alti: «Nell’isola le i celiaci sono 6.197, 4.690 donne e 1.507 uomini – spiega Maria Teresa Russo, presidente regionale Aic – che fornisce anche dati per provincia. Quella che sembra avere la maggiore incidenza è Sassari, con 2462 celiaci accertati, specie se paragonata a Cagliari (1943, ma con una popolazione decisamente più numerosa); Nuoro conta 1401 colpiti, Oristano 391. Un’altro dato significativo: si tratta di una malattia molto “femminile”, dato che è stata accertata in 4.690 donne contro 1.507 uomini.

«La prevalenza (considerati adulti e bambini) è attualmente stimata intorno all'uno per cento in Italia – dice la Russo –. Ma non è sempre stato così. Nel tempo abbiamo assistito a un progressivo aumento: negli anni 80 era di uno ogni due-tremila, negli anni 90 uno ogni mille, oggi sono uno ogni cento. Nell'isola, dove le malattie immunitarie sono molto diffuse, il dato è uno ogni 70». Le ragioni della crescita della diffusione della malattia sono da ricercare in vari fattori: «Sicuramente incidono le maggiori conoscenze scientifiche e la maggiore attenzione da parte della classe medica, passando per la più elevata specificità degli esami di laboratorio; in generale, poi, c'è anche una maggiore informazione tra cittadini, media, operatori della ristorazione e comunità scientifica».

Ma potrebbero essere anche altre le motivazioni, a partire dal maggior consumo rispetto al passato di alimenti con glutine, e dal fatto che la farina oggi utilizzata per il pane contiene molto più glutine di prima, fattore che potrebbe contribuire a mettere sotto stress le persone predisposte.

Tra gli argomenti previsti anche quello celiachia della pelle o dermatite erpetiforme, una delle (per fortuna rare) manifestazioni di questa malattia, fortemente invalidante per via dei sintomi (prurito irresistibile e mancata risposta a cortisone e antistaminici) e del fatto di essere visibile, col risultato di compromettere in maniera importante la qualità di vita dei pazienti. E poi l’osteoporosi (ne soffre la metà dei celiaci) e la sensibilità al glutine (ne soffre ben il 6% della popolazione), da considerare a parte.

Nel convegno cagliaritano si parlerà quindi anche di alimentazione e della moda del gluten free, i cibi senza glutine: se per i celiaci non sono una libera scelta alimentare ma l'unica terapia possibile, occorrerebbe capire l’esplosione del settore che conta circa 6 milioni di consumatori, persone che seguono in modo ingiustificato un'alimentazione specifica per chi ha determinate problematiche, ma da molti considerata dannosa per chi non è celiaco.

La moda dei cibi gluten free può inoltre portare a ritardo o a mancate diagnosi, senza una diagnosi precisa, rischiando di vanificare la possibilità di scoprire se la celiachia sia la vera causa dei malesseri. Per non parlare dei costi: si spendono oltre 100 milioni di euro per prodotti di cui non si avrebbe bisogno. Una follia.

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