La Nuova Sardegna

Il Pd sardo trova l’unità Pulga eletta presidente

di Umberto Aime
Il Pd sardo trova l’unità Pulga eletta presidente

Nell’assemblea di Arborea accordo sull’ex sindaco di Quartucciu, area soriana Il segretario Giuseppe Luigi Cucca riesce nella missione di ricucire i Dem

23 maggio 2017
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INVIATO AD ARBOREA. Non è Lourdes, sarebbe stato pretendere fin troppo da chissà quale dio della politica, ma per fortuna non è neanche la solita Tramatza, da sempre luogo grigio, maledetto e jellato. È solo un resort di campagna ad Arborea eppure anche questa è diventata all’improvviso terra di miracoli e apparizioni. O almeno il Pd prova a far credere che sia così, perché al «Country club» è riuscito nell’impresa di smetterla con le risse e di farsi del male. A venti giorni dalle primarie e dalla vittoria di Giuseppe Luigi Cucca nella corsa per la segreteria regionale, l’invocata voglia di mettere fine gli scontri interni ha retto con successo alla prova della verità: l’assemblea del partito. Con un accordo studiato a tavolino, in un battibaleno le tre correnti hanno messo su un nuovo (resisterà?) gioco di squadra. Se il segretario è un renziano, lo sarà anche la nuova presidente del partito. È Laura Lalla Pulga, 64 anni, sindaco uscente di Quartucciu ed ex assessore al bilancio della Provincia di Cagliari.. Designata dalla corrente di Renato Soru e Francesco Sanna, lo sconfitto alle primarie, è stata accolta da tutti per acclamazione. Con un minuto abbondante di applausi a scena aperta, anche dall’ex minoranza Renzi-Ds, che dopo il congresso di fine aprile è diventata maggioranza, con 57 delegati, e dai popolari-riformisti dell’area Cabras-Fadda, anche loro sostenevano Cucca e seconda forza in campo con 53 eletti e infine è ovvio anche dalla nuova minoranza, i soriani. Ma ormai – stando all’aria che tira – questi numeri da pallottoliere impazzito, dovrebbero contare poco all’indomani del ritrovato “tutti assieme appassionatamente”. Che ha portato all’elezione sempre all’unanimità anche dei due vicepresidenti: Guido Tendas, sindaco uscente di Oristano, per i renziani-ds, e l’ex consigliere regionale Dino Pusceddu, in quota popolari-riformista. È certo è una presidenza unitaria, ma letta l’età media degli eletti, sono tutti e tre oltre i 60 anni, dov’è il rinnovamento? Forse non era necessario in quello che nei fatti solo un autorevole ufficio di rappresentanza, lo dovrà esserlo però nella futura segreteria che affiancherà Cucca. Tant’è che il prossimo vicesegretario unico dovrebbe essere un quarantenne: Pietro Morittu, ora nello staff dell’assessore ai trasporti Massimo Deiana, è in uscita verso l’Autorità portuale, e quindi anche lui dell’area Cabras-Fadda. Viste le premesse, il patto del magico Country poi è stato applicato dappertutto: nella direzione, seppure calcolata in base ai voti delle primarie, e nella prossima segreteria (ancora da eleggere) dove anche qui le correnti avranno due componenti a testa. Meglio di così non poteva andare al Pd, che fino al 30 aprile sembrava un terreno di battaglia, ma ora deciso a presentarsi al mondo come un campo fiorito. Che sarebbe andata a finire così era stato abbastanza chiaro al momento del rimpasto della giunta Pigliaru, tre mesi fa, ed è diventata una certezza subito dopo le primarie, con il partito almeno come delegati, uscito dai gazebo con un sostanziale pareggio fra le correnti, a parte la maggioranza che ha eletto Cucca. Il resto del collante l’hanno messo dovunque gli onnipresenti capicorrente e in prima persona il neo segretario. Il senatore l’aveva dichiarato alla vigilia del voto d’aprile e ha mantenuto la promessa: «Il mio obiettivo è l’unità e, in futuro, dovremo essere capaci di stare assieme». Cucca c’è riuscito al primo colpo e gli altri l’hanno seguito nella nuova avventura. Per sapere se ci sarà o meno un lieto fine non c’è molto da aspettare: tutti sanno che le elezioni comunali dell’11 giugno saranno il secondo banco di prova per il Partito democratico, quello della pace a forma di bilancino.

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