La Nuova Sardegna

Cucca: siamo la guida della maggioranza

Cucca: siamo la guida della maggioranza

Per il senatore è fondamentale mantenere il timone della coalizione e aprirsi all’area sardista

23 maggio 2017
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ARBOREA. Nel discorso d’insediamento Giuseppe Luigi Cucca è andato a braccio, ma è stato sempre chiaro nel dire quale sarà la sua stella polare: l’unità del partito. Quello stare insieme che s’è detto pronto a difendere con i denti, perché «tutti – sono state le sue parole – dobbiamo ritrovare l’orgoglio di essere del Pd. Siamo noi la guida della maggioranza che governa la Regione e dobbiamo dialogare meglio con la giunta, gli alleati e anche capaci di allargare i confini della coalizione verso l’area sardista». Con tono pacato, è una sua caratteristica e forse proprio per questo è stato eletto, ha celebrato la liturgia della riappacificazione. Tanto da invocare più volte l’applauso per questo o quello, ma soprattutto a favore di Renato Soru, che «con orgoglio ha dimostrato di essere estraneo a tutte le accuse che gli erano state mosse». Poi ha parlato di una sola squadra: «Lo siamo e dobbiamo cominciare a dimostrarlo ogni giorno, anche quando la strada può sembrarci stretta». E presto potrebbe esserla visto che all’orizzonte ci sono diversi incarichi da assegnare e, come sempre accade, le poltrone in palio fanno più danni delle parole. Ma il segretario s’è dichiarato ottimista: «Dobbiamo imparare a guardarci negli occhi, a parlarci senza retropensieri e vedrete che trovare l’unità non sarà difficile». Al partito ha sollecitato un nuovo senso di responsabilità: «Dovete darmi una mano. Mai ho creduto nella forza dell’uomo solo al comando e ancora meno posso crederci oggi». Per andare subito dopo più sulla strategia politica, ha aggiunto: «Aprirò subito il confronto col presidente della Regione, ma spinto da uno spirito di collaborazione di cui tutti abbiamo bisogno». Lo stesso obiettivo lo vuole raggiungere con il gruppo pd in Consiglio regionale, che «deve affrontare subito il problema storico della legge elettorale e votare la parità di genere. Se fra noi ci sono delle divisioni sulla riforma, dobbiamo superarle di slancio». Punterà allo stesso obiettivo anche sulla sanità, il partito è ancora diviso su come dovrà essere la riorganizzazione della rete ospedaliera, e sull’urbanistica, altro possibile campo di scontro interno. «Non voglio certo – ha detto – che la discussione non ci sia ma dobbiamo essere capaci di presentare proposte il più possibile unitarie». Per chiudere il discorso, interrotto più volte dagli applausi, con questo richiamo: «Riapriamo le porte alla gente, ritorniamo a stare in mezzo alla gente. Vogliamo riconquistare la fiducia dei giovani ed evitare che siamo attratti dal populismo dilagante». Infine da senatore della Repubblica più che da segretario ha chiuso: «La Sardegna merita più considerazione a Roma ma a sua volta dev’essere meno subalterna». (ua)

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