Corriolos e Mamuthones, fascino oscuro
D’un tratto dal corteo si leva una piccola colonna di fumo, intenso il profumo di legna bruciata. In via Roma, di fronte al museo Sanna si agitano i Corriolos, figure del carnevale di Neoneli, del...
D’un tratto dal corteo si leva una piccola colonna di fumo, intenso il profumo di legna bruciata. In via Roma, di fronte al museo Sanna si agitano i Corriolos, figure del carnevale di Neoneli, del tutto simili, nella postura e nell’abbigliamento, a quelle del carnevale di Barbagia. Riscoperte di recente, indossano una pelliccia chiara, il volto coperto da maschere di sughero. Sul copricapo corna di daino o di cervo, sulle spalle pelli di colore chiaro e sulla schiena scuotono ossa di animale. Durante l’azione rituale le maschere seguono il suono di un corno danzando in cerchio intorno al fuoco. Poco più tardi, in piazza d’Italia, l’attenzione è tutta per i Mamuthones di Mamoiada che con la tipica andatura cadenzata muovono il pesante carico di campanacci sistemato a mo’ di zaino sulle spalle. Accanto a loro, gli Issohadores che con la fune tentano di catturare ritualmente gli spettatori. Il carnevale sardo, quello di Barbagia in particolare, conserva intatto quel mistero che contribuisce a renderlo ancora più affascinante. E l’arrivo di Mamuthones e Issohadores, nella Cavalcata, è sempre molto atteso e scatena gli applausi. Una menzione speciale meritano anche i tamburini della Sartiglia di Oristano che ormai rappresentano un cult nella sfilata. (a.me.)