Mare sicuro: trovate otto mine
Il bilancio della Marina sull’operazione che ha scatenato la rivolta dei pacifisti
21 maggio 2017
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CAGLIARI. La marina cerca di placare le polemiche sulla mega esercitazione interforze Mare aperto 2017. L’operazione ha provocato la rivolta degli antimilitaristi, ma anche prese di posizione decise da parte della regione e di alcun parlamentari. La marina spiega cosa ha trovato nell’area in cui è stata portata avanti l’esercitazione.
La marina ha svolto una doppia attività nell’area del golfo di Cagliari. «Da un lato un lavoro per garantire la sicurezza della navigazione e dei pescatori, con la ricerca degli ordigni bellici inesplosi. Dall’altro la mappatura dei fondali, con analisi delle acque e di quanto si trova in fondo al mare».
Sono otto le mine individuate dalla Marina nel corso dell'esercitazione interforze Mare Aperto 2017. Gli ordigni si trovavano in un’area tra Villasimius e Pula. Con sofisticate apparecchiature sono state prima individuate, poi fatte brillare. «Inizialmente abbiamo individuato delle aree all'interno del Golfo di Cagliari in cui ipotizzavamo la presenza di mine della seconda guerra mondiale -– dice il contrammiraglio Enrico Pacioni, comandante delle forze di contromisure mine e idrografiche – proprio in quegli specchi d'acqua abbiamo fatto partire l'esercitazione cacciamine, individuandone otto, abbiamo anche individuato un proiettile dello stesso periodo. Abbiamo utilizzato le nostre unità idrografiche per fare un lavoro di mappatura dei fondali davanti a Cagliari. L'attività proseguirà durante l'estate con la nave Magnani, l'area interessata sarà Olbia-Golfo Aranci dove è necessario rifare la carta nautica. Durante questa attività saranno scandagliati i fondali marini e potrà emergere tutto quello che è di interesse sia storico che di interesse per la navigazione».
