La Nuova Sardegna

Riforma della Sanità in Sardegna, Moirano non arretra: «Via i reparti doppione»

Riforma della Sanità in Sardegna, Moirano non arretra: «Via i reparti doppione»

Il manager al Consiglio regionale: piano di riorganizzazione anche troppo dolce. E sugli ospedali: se non li chiudono i governanti lo faranno i giudizi dei cittadini

17 maggio 2017
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CAGLIARI. Prima di capire quali potrebbero essere le intenzioni degli alleati sulla riorganizzazione degli ospedali, per la verità ancora nessuno lo sa, il Pd ha preferito lavare i panni della sanità, più o meno sporchi, in casa. Con una decisione a sorpresa, il capogruppo Pietro Cocco ha convocato in Consiglio l’assessore alla sanità Luigi Arru e il direttore generale dell’Azienda unica, Fulvio Moirano, per accelerare i tempi del confronto e prendere una decisione. Certo il partito di maggioranza relativa l’ha fatto spinto da buone intenzioni, la proposta della giunta è congelata da troppo tempo, due anni, ma l’effetto di questa scelta non è stato dei migliori. Dai banchi della maggioranza l’Upc, con Pierfranco Zanchetta, ha parlato di «sgarbo istituzionale, perché la sede più opportuna del confronto doveva essere l’aula della commissione sanità, a meno che i consiglieri del Pd non vogliano approvarsi la riforma da soli e allora che provino a farlo».

Per poi aggiungere: «Non è la prima volta che il direttore generale indossa la casacca del Partito democratico e come in passato la sua è stata una mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio». Accusa mossa da Zanchetta anche nei confronti di chi ha partecipato all’incontro – erano presenti quasi tutti i consiglieri regionali pd – e del presidente dell’Aula Gianfranco Ganau: «Sarebbe dovuto essere lui il primo a difendere le prerogative del Consiglio». Ancora più dura è scattata la protesta dai banchi dell’opposizione: «Tante volte – ha scritto Forza Italia – abbiamo chiesto la presenza di Moirano in commissione, ma lui ha scelto di sedersi solo a fianco del Pd, come se la sanità fosse cosa loro», hanno sottolineato Pietro Pittalis ed Edoardo Tocco. Alle contestazioni ha replicato l’organizzatore del vertice: «Nessuno sgarbo – ha scritto Pietro Cocco – Ogni gruppo può riunirsi come vuole o dobbiamo chiedere il permesso?». Per poi puntare il dito soprattutto contro l’opposizione: «Forza Italia la butta in polemica perché non ha argomenti seri per confrontarsi sulla riforma di una sanità che loro hanno sfasciato quand’erano al governo».

Sta di fatto che la riunione c’è stata ed è durata oltre due ore, con anche l’arrivo in tarda mattinata del governatore Francesco Pigliaru. È stato un vertice a porte chiuse ed era quello di cui il Partito democratico aveva bisogno per «sciacquarsi la bocca» visto che dentro il gruppo non tutti sono d’accordo con la proposta della giunta e in molti temono, come c’è già stata, la rivolta dei territori nel momento in cui oltre la metà degli ospedali, dai piccoli a più grandi, comincerà a cambiare pelle, competenze e funzioni.

Però c’è un problema a monte ed è quello del risparmio chiesto o meglio imposto dalla giunta al manager dell’Azienda unica: dovrà essere di 90 milioni quest’anno. Con la solita schiettezza che spesso fa uscire dai gangheri i politici, Moirano ha fatto sapere: «Senza la riorganizzazione della Rete, che vuol dire cancellare i reparti-doppione fra un ospedale e l’altro, per noi sarà possibile garantire al massimo un taglio di 40 milioni». Il resto, secondo lui, sarebbe in salita, anche se ha aggiunto: «Io vado comunque per la mia strada e continuo ad asciugare la spesa farmaceutica dove tra l’altro siamo a buon punto». E dopo aver detto che «la proposta di riorganizzazione è fin troppo dolce, ma sono scelte politiche e io sono un tecnico», Moirano ha lanciato un monito: «Attenzione, gli ospedali che non chiudono i governanti sono e saranno chiusi dai cittadini con i loro giudizi».

È evidente che l’Azienda unica ha bisogno di una nuova mappa, per accelerare la rivoluzione, diminuire i costi e alzare la qualità dell’offerta. Non a caso e più volte il direttore generale s’è lasciato andare a questi commenti – che per colpa del suo timbro da baritono hanno superato i muri e le porte sbarrate – «diciamocelo: c’è una situazione difficile e complicata» e anche a diversi «mi dispiace che la riorganizzazione non sia stata ancora approvata dal Consiglio». È stata la conferma di quanto Moirano ripete da tempo, lasciandosi sempre anticipare da una colta citazione dal Principe di Niccolò Machiavelli. Questa: «I primi nemici sono quelli che difendono il vecchio ordinamento» contrapposti ai «nuovi tiepidi amici in attesa, con gioia, delle nuove leggi» da cui potrebbero ottenere benefici. (ua)

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