La Nuova Sardegna

Agricoltura, Birde sogna un’isola autonoma per la frutta e la verdura

di Gabriella Grimaldi
Agricoltura, Birde sogna un’isola autonoma per la frutta e la verdura

L’obiettivo di una cooperativa sassarese: entro 5 anni solo produzione sarda. Oggi quasi l’85 per cento della merce proviene da altre regioni o continenti

14 maggio 2017
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SASSARI. L’obiettivo è ambizioso, ai confini dell’utopia: entro cinque anni la cooperativa agricola Birde sarà nelle condizioni di proporre ai suoi acquirenti il 100 per cento di frutta e verdura prodotta in Sardegna. Traguardo non da poco se si considera che oggi come oggi l’84,7 per cento della merce sul mercato arriva, quando va bene, da altre regioni italiane, altrimenti dai luoghi più disparati del pianeta dopo viaggi interminabili e attese di mesi in cella frigo prima di approdare sulla tavola dei consumatori.

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Eppure Giuseppe Puggioni ci crede in questo progetto, che in tanti definirebbero folle. Sessant’anni, sassarese doc,un passato da manager nel settore agroalimentare in Sardegna e nella Penisola, nell’aprile del 2016 ha costituito davanti al notaio una cooperativa con 27 soci lavoratori e conferitori di prodotti ortofrutticoli, soprattutto nella zona attorno alla città, ma anche nel resto dell’isola. «Lo so che in pochi avrebbero scommesso su una partita del genere – racconta mentre si muove tra i banchi di frutta e verdura del punto vendita Birde aperto a metà aprile di quest’anno a Predda Niedda, risponde a mille telefonate, dà indicazioni ai suoi collaboratori e spiega le caratteristiche dei prodotti ai clienti – ma trovo altrettanto assurdo che una regione come la nostra non sfrutti, se non in misura trascurabile, la terra di ottima qualità che avrebbe a disposizione per incrementare le colture già esistenti e realizzarne di nuove assecondando i gusti e le necessità dei consumatori. Ecco perché ho deciso di mettere insieme persone che hanno le mie stesse idee, che hanno la terra, che conoscono i segreti più antichi delle coltivazioni e che sono interessate a rendere le produzioni migliori grazie alle nuove tecnologie. Il sogno, per me concretissimo, è arrivare a rendere il mercato isolano indipendente da quello fuori confine».

Per questo ha preso in affitto un ampio locale nella zona “industriale”, guarda caso proprio dove un tempo sorgevano i mitici orti sassaresi, e adesso vende i prodotti dei soci con l’aiuto di alcuni dipendenti. A girare tra gli espositori però si nota subito che le etichette non indicano tutte la provenienza sarda. «Purtroppo la nota dolente è che le produzioni sono del tutto insufficienti a coprire le richieste del mercato – dice Puggioni –. Le sembra normale che, in una città come Sassari fino a pochi giorni fa non trovassimo le melanzane isolane e le dovessimo portare dalla Sicilia? Per non parlare della frutta. Vede le mele e le pere? In Sardegna non esiste neanche un albero di questi frutti. Arrivano dal Nord Italia e vengono colte anche otto mesi prima di arrivare nei nostri negozi. Neppure gli agrumi che vengono coltivati nell’isola sono minimamente sufficienti ad accontentare i consumatori. Eppure abbiamo tanta di quella terra buona da far fruttare che potremmo fare a meno della grande distribuzione, un sistema che utilizza la filiera lunga caricando i prodotti di inutili zavorre economiche e penalizza i produttori».

Ecco, Giuseppe Puggioni vuole disinnescare questo sistema ritornando al punto di partenza: la terra. La cooperativa Birde sta prendendo in affitto appezzamenti abbandonati (Sassari, Ittiri, Usini) per impiantare coltivazioni di frutta e verdura. Si tratta di quasi 100 ettari con opzione di acquisto entro 5, 6 anni. Ma con quali prodotti? È spiegato su un cartello che campeggia nel punto vendita e che contiene la filosofia di Birde: «Maggiore sarà il numero di prodotti della cooperativa che acquisterai, più in fretta arriveremo alla totale produzione di ciò che occorre. Richiedici le varietà di frutta, verdura e legumi che desideri: noi le coltiveremo per te». E la coop lo fa andando a cercare piccoli produttori di varietà richiestissime come le fave, i fagioli borlotti, le melanzane e le zucchine e tutto il resto della verdura a foglie, incoraggiandoli ad associarsi o a incrementare la produzione con sistemi agricoli che possano allungare la stagionalità senza abbassare la qualità del prodotto.

Birde ha realizzato anche un progetto collaterale al quale tiene molto: una zona ristoro accanto allo spaccio dove nella caffetteria si offrono estratti di polpa di frutta e verdura fresca e piatti realizzati (un domani interamente) con i prodotti a chilometro zero.

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