La Nuova Sardegna

I fondi? Per lo shopping A Scarpa 4 anni e mezzo

di Mauro Lissia
I fondi? Per lo shopping A Scarpa 4 anni e mezzo

Parte dei soldi pubblici spesi dalla compagna, l’ex sindaco rischia il carcere Fissata l’udienza preliminare per altri sei ex onorevoli, cinque erano di An

12 maggio 2017
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CAGLIARI. La compagna, poi moglie, di Beniamino Scarpa usava a suo piacimento i 2500 euro del gruppo di cui l’ex sindaco di Porto Torres faceva parte: profumeria, parrucchiere, abbigliamento. Ma quei soldi erano destinati ad altro, alle attività politico-istituzionali del gruppo misto, certamente non alle spese private della signora. Colpevole per questo ed altro di peculato continuato, Beniamino Scarpa ha incassato dal collegio di Corte d’Appello presieduto da Antonio Onni la conferma della sentenza di primo grado: quattro anni e mezzo di carcere, così come richiesto dal sostituto procuratore generale Maria Grazia Genoese. Resta la speranza del ricorso per Cassazione, altrimenti per l’ex esponente di Progetto Sardegna e del Psd’az potrebbero spalancarsi le porte del carcere. Scarpa è indagato anche nell’inchiesta-bis.

La Cassazione. Per l’accusa, nel corso della legislatura 2004-2009 Scarpa ha speso illegalmente 116 mila euro del fondo destinato al gruppo misto. Denaro che in base alla linea difensiva sostenuta dall’avvocato Silvio Piras anche nel corso del processo d’appello il consigliere regionale avrebbe impiegato in parte per organizzare convegni, acquistare auto per i collaboratori e mantenere la sede politica di Porto Torres. Un’altra parte di questi soldi che il segretario del gruppo misto Angelo Sanna, a sua volta indagato, gli accreditava ogni mese sul conto corrente sarebbero invece finiti nelle tasche di Roberta Medda, prima collaboratrice poi fidanzata e dal 2008 moglie dell'ex sindaco di Porto Torres, che gli faceva da segretaria particolare fin dai tempi in cui Scarpa sedeva sulla poltrona di assessore e che aveva a disposizione anche un’automobile. Tra novanta giorni la Corte depositerà le motivazioni della sentenza e la difesa potrà ricorrere per Cassazione.

Altri sei dal gup. Intanto vanno avanti le altre tranche del mega-procedimento penale condotto dal sostituto procuratore Marco Cocco per l’uso illegale dei fondi ai gruppi regionali. Il 22 giugno dovranno presentarsi davanti al gup Ermengarda Ferrarese l’ex consigliere regionale Giuseppe Fadda di Sinistra Autonomista, Ignazio Artizzu, Antonello Liori, Matteo Sanna e Giovanni Moro, tutti ex di An come Mario Diana, l’ex presidente del gruppo già a giudizio immediato davanti alla prima sezione del tribunale ma ancora indagato in relazione ad un altro periodo. Difesi dagli avvocati Gianluca Grosso, Massimo Delogu, Michele Loy, Lorenzo Gallisai, Ivano Iai e Roberta Campesi, gli indagati devono rispondere ad accuse analoghe a tutti gli altri onorevoli ed ex onorevoli: Fadda per aver speso o avvallato la spesa impropria di 390 mila euro, Artizzu per 186 mila euro, Liori 165 mila, Moro 163 mila e Sanna 120 mila.

Il centrosinistra. Dopo l’archiviazione della posizione di Marco Meloni, dovrebbe partire la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati che fanno capo al centrosinistra, legisaltura 2004-2009. Salvo colpi di scena saranno 30, fra i quali spiccano i nomi del parlamentare ed ex segretario regionale Silvio Lai, di Siro Marrocu, di Giacomo Spissu, di Mario Bruno, Salvatore Mattana, Gianluigi Gessa, oltre che dell’ex europarlamentare Giommaria Uggias, assolto nel primo processo. Il 14 luglio dovrà presentarsi davanti al gup Giacomo Sanna del psd’az, indagato insieme a Efisio Planetta (che ha patteggiato) e a Cristian Solinas (archiviato).

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