La Nuova Sardegna

Le Limousine delle mucche arrivano dalla Gallura

di Giandomenico Mele
Le Limousine delle mucche arrivano dalla Gallura

Gli allevatori puntano al bestiame selezionato che offre carne di grande qualità. In molti casi sono giovani che dopo gli studi si occupano delle aziende di famiglia

07 maggio 2017
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OLBIA. La nouvelle vague degli allevatori galluresi comincia a lustrare un medagliere di tutto rispetto. La generazione dei loro padri ha importato dalla Francia Charolaise e Limousine, razze pregiate di vacche da carne che sono state trasferite nelle campagne da Olbia fino ad Arzachena, Palau e Calangianus. Gli speroni sono stati sostituiti dai tablet, gli incroci con le razze autoctone sviluppano le tecniche di fecondazione artificiale più all’avanguardia. Resta però intatto il legame con la propria terra, salire sul trattore all’alba, quella scelta legata al sacrificio di padri e nonni, generazioni che hanno costruito sulle campagne e sull’allevamento dei bovini una tradizione che diventa quasi patrimonio genetico. Così la “Meglio gioventù” gallurese trionfa nei concorsi regionali, come nell’ultima Fiera zootecnica ed alimentare di Ozieri dove ha raccolto i premi più importanti, fino a quelli nazionali. Michele Filigheddu, titolare dell’azienda omonima che porta anche il nome della madre Maddalena Abeltino, ha ricevuto la medaglia d’oro per il miglior allevamento di razza Charolaise, vitelli di grande precocità, dalla carne particolarmente gustosa e saporita.

«Anche Mc Donald’s da poco ha sdoganato gli hamburger di carne Charolaise, parliamo della razza più esportata nel mondo, che nasce in Francia e ha la caratteristica di adattarsi a ogni tipo di clima, dalla neve al caldo più torrido – spiega Filigheddu -. Dopo la razza Limousine è quella più diffusa in Sardegna. La nostra isola ospita circa l’80% di tutte le vacche di razza Charolaise presenti in Italia». Filigheddu mostra fiero l’immagine del torello che ha trionfato nella categoria 18-20 mesi. Il nuovo corso degli allevamenti galluresi che puntano sulla qualità per vendere i loro animali da riproduzione in tutta Italia. «Abbiamo scelto di proseguire la tradizione di famiglia, anche perché in altri settori era obiettivamente difficile trovare lavoro – continua Filigheddu –. Devo dire che noi allevatori galluresi abbiamo delle capacità, altrimenti non potremmo portare ai concorsi animali di questo livello, nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli rispetto agli allevamenti del centro Italia».

La condizione di svantaggio ha assunto i connotati di una vera e propria piaga biblica questo autunno, con la siccità che ha ridotto di quasi la metà rispetto all’anno scorso la disponibilità di fieno. Nonostante questo alla mostra nazionale Limousine e Charolaise di Bastia Umbra l’azienda Abeltino Filigheddu di Arzachena ha conquistato un secondo posto per la categoria maschi Charolaise 16-36 mesi. Il primo posto è andato all’allevamento di Pietro Oggiano di Palau per la sezione tori Limousine 24-36 mesi. Qui si entra nel duplice sentiero del miglioramento della razza attraverso la genetica, da una parte, insieme al versante del consumo di carne dall’altra. Pietro Oggiano ha infatti una macelleria, nella quale porta quasi a sublimazione lineare la filosofia del chilometro zero. «Ho ereditato l’azienda che hanno fondato i miei bisnonni, abbiamo investito molto sulla razza Limousine, con il ceppo iniziale che è stato importato dalla Francia, ma con la gran parte degli animali che poi sono nati in azienda – spiega Oggiano –. Poi certo c’è l’attività di macellazione, tra l’altro noi gestiamo un centro per l’ingrasso degli animali».

L’ingrasso dei bovini destinati alla macellazione è uno degli svantaggi insulari e climatici della Sardegna, con condizioni proibitive dovute al costo esorbitante del foraggio e alla scarsa presenza di fieno di buona qualità causa siccità. I prezzi non sono concorrenziali e gli allevatori sono costretti ad acquistare da fuori mais e granaglie. Poi ci sono gli incidenti di percorso, almeno dal punto di vista degli allevatori. Tipo un ex presidente del Consiglio che sotto Pasqua si fa fotografare con un agnello in braccio o gli allarmi ripetuti sui pericoli derivanti dall’eccessivo consumo di carne.

«La Sardegna è considerata una delle terre sinonimo di longevità e mi risulta che i nostri antenati abbiano sempre mangiato la carne – spiega Oggiano difendendo i suoi interessi ma anche l’intera categoria –. Negli ultimi anni c’è stato un calo dei consumi, in parte dovuto anche alla scarsa qualità di molta carne venduta nella grande distribuzione». Perché dietro le vacche ci sono investimenti e il mito della Frontiera qui in Gallura ha braccia forti e menti fini di una nuova generazione che non può mai dimenticare il conto economico.

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